Nei giorni scorsi, il Napoli ha ufficializzato l'ingaggio dal Verona di Cyril Ngonge, fantasista belga classe 2000 che lascia gli scaligeri dopo dodici mesi. La scorsa stagione era stato determinante nella conquista della salvezza dei gialloblu. Così come di fondamentale importanza è stata la marcatura, la sua ultima con la casacca del Verona, realizzata sabato scorso all'Empoli.
Per parlare del giocatore in questione, Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Marc Van Ransbeeck, ex dirigente del settore giovanile dell'Anderlecht, club dove il nuovo attaccante partenopeo ha mosso i primissimi passi nel mondo del calcio. Suo figlio Kenneth è un centrocampista che da diversi anni è in Italia e dal 2022 veste la casacca del Legnago, squadra impegnata nel Giorne A di Serie C.
Come ha conosciuto Ngonge?
"Fino a 5 anni fa, sono stato direttore degli Under 6-Under 10 dell’Anderlecht. Conoscevo suo padre Michel perché avevamo giocato insieme nel RWDM, squadra militante nella massima seria belga. Lui era un giocatore molto veloce, e quando abbiamo invitato da noi Cyril per un provino all’età di 6 anni, si vedevano già gli stessi movimenti e la stessa potenza. E quindi decidemmo di tesserarlo. Tuttora ho un buon rapporto con suo padre, e anche Cyril saluta sempre quando ci sentiamo".
Che tipo di bambino era quando approdò all'Anderlecht?
"Non è stato sempre facile gestirlo. Però si può dire che è una cosa tipica per un giocatore con talento. Io e i miei collaboratori e allenatori all'Anderlecht siamo stati bravi perché capimmo bene come gestirlo, quindi non ci sono mai stati grossi problemi. Ogni tanto bisogna trattare i giocatori di talento in base al loro carattere. Noi lo facevamo perché si vedeva che aveva il potenziale per diventare forte".
Prima del suo approdo al Verona lo conoscevamo molto poco. Come si può riassumere brevemente il suo percorso calcistico?
"Aveva già dimostrato di avere qualità. Possiamo dire che ha un qualcosa che non tutti giocatori hanno e per cui la gente si alza in piedi. Forse fino al suo arrivo in Italia ha pagato qualche errore di concentrazione e disciplina. Ma essendo giovane è una cosa che fa parte della crescita e quindi va perdonato. Infatti da quando è arrivato in Italia non ho più sentito queste voci ed ha dimostrato il suo talento salvando l'Hellas lo scorso anno e tenendola viva nella lotta salvezza anche in questo campionato in corso. Ha la giusta consapevolezza delle sue qualità, e quindi le sa esprimere alla grande. Oltre questo, ha dimostrato anche di avere una notevole personalità: continua a provare la giocata anche quando sbaglia qualche volta. I risultati si vedono nelle sue statistiche".
Pochi giorni fa Ngonge ha firmato col Napoli. Potrebbe essere forse un po’ rischioso andarci proprio ora viste le difficoltà degli azzurri in questa stagione?
"Forse è proprio il momento giusto per andare a Napoli. Ha dimostrato di poter aiutare una squadra che lotta per la salvezza. Quindi penso che sia ancora più "facile" per un giocatore offensivo come lui poter esprimersi al meglio in una big come il Napoli. Certo che ci sarà concorrenza sulle fasce, ma sono sicuro che dimostrerà le sue enormi doti anche a Napoli. E non dimentichiamoci che non tanto tempo fa c’è stato un altro belga che ha fatto 'discretamente' bene a Napoli, ovvero Dries "Ciro" Mertens".
Come lo vede nel sistema di Mazzarri?
"Lo vedrei bene su una delle due fasce, meglio a destra. Sa saltare l’uomo sia rientrando sul suo mancino (come il suo ultimo gol contro l'Empoli) che sul destro (come il suo gol contro il Lecce). In più avere un terzino come Di Lorenzo che gli farebbe la sovrapposizione e altri giocatori di grande qualità è un lusso che gli permetterà di esprimersi al meglio".
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