Dopo una prima parte di stagione vissuta prevalentemente in panchina da vice di Juan Musso, in quest'ultimo mese Marco Carnesecchi è diventato il portiere titolare dell'Atalanta. L’estremo difensore, 23 anni, è tornato a Bergamo in estate dopo le ultime due stagioni vissute da assoluto protagonista tra i pali della Cremonese. Anche in maglia nerazzurra sta confermando le sue grandi qualità.
Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Matteo Lucchini, allenatore di Carnesecchi quando questi era niente più che un bambino e giocava tra le fila del Bellariva Virtus, società sportiva del riminese.
Così esordisce: "L'ho allenato ai Pulcini fino a quando ha compiuto dieci anni, diciamo che le caratteristiche e le qualità le aveva. Così come anche aveva un bel carattere. Veniva sempre agli allenamenti e si impegnava tanto. Con tutti questi presupposti, non è stato difficile allenarlo. Fondamentale per Marco (Carnesecchi, ndr) è stato il supporto dei genitori, i quali non lo hanno mai pressato ma, al contrario, lo hanno lasciato crescere e maturare con calma".
Ci sono dei momenti del periodo al Bellariva che ancora ricorda?
"Avevamo disputato diversi tornei, e in uno di questi vinse una coppa individuale come migliore giocatore. Era un torneo impegnativo perché partecipavano altre squadre forti come ad esempio la Vis Pesaro. Ma preciso che nei Pulcini non ci sono ruoli, quindi Marco non giocava sempre in porta, anche se quando era lì si vedeva eccome la differenza…".
Più in generale, che realtà è il Bellariva?
"Chiaramente parliamo di una realtà calcistica locale. Oggi ci sono la Juniores e la prima squadra, che gioca nel campionato di Promozione. Mentre all’epoca il Bellariva aveva un settore giovanile molto più ampio. Sempre in quegli anni ho allenato anche altri ragazzini che magari non hanno sfondato come Marco, ma che erano lo stesso arrivati a un ottimo livello, uno di loro era poi finito nel vivaio della Juve. Eravamo associati con il Rimini".
Ora invece Carnesecchi è uno dei migliori portieri italiani. Quanto sono state importanti le due stagioni alla Cremonese?
"Te lo posso dire da esterno perché è da un po' che non vedo Marco, lui ormai qui a Rimini si vede molto poco. A ogni modo, di sicuro sono state due annate che gli sono servite molto per la sua crescita, e non a caso l’Atalanta lo ha richiamato. Tante altre volte, invece, vediamo questi club importanti dare i giovani in prestito per una-due stagioni ma poi si dimenticano di loro. Alla Cremonese aveva grandi stimoli e ha trovato quella continuità che gli ha permesso di arrivare in Nazionale Under 21".
E di questa sua prima parte di stagione all’Atalanta che idea si è fatto?
"Vedo che continuando a fare progressi, chiaro che ci sono alcune cose in cui deve migliorare. Ma lo vedo molto concentrato e parla molto con i compagni di squadra. Anche da piccolo era così: un vero leader. Era un bambino sveglio e per nulla timido, teneva molto alla squadra. Proprio come adesso".
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