È stata fatale a José Mourinho l’ennesima sconfitta della Roma in questa stagione, domenica sera ad opera del Milan. Il tecnico portoghese, con la squadra giallorossa 9^ in classifica a -5 dal quarto posto, ha pagato con l’esonero l’ennesimo degli ultimi 10 anni della sua carriera. La decisione arrivata a poco più di 36 ore dal ko con i rossoneri in campionato non sorprende. Da tempo Mou lanciava messaggi messaggi molto negativi a tutto l’ambiente. Nella notte successiva all’arrivo di Dan Friedkin a Roma è dunque arrivata la decisione definitiva: via Mourinho, la Roma fa a meno di lui per gli ultimi mesi del contratto.
Così come accadde nel maggio del 2021, quando sul finire della stagione 2020/21 l’allora nuova proprietà americana annunciò improvvisamente e sorprendentemente l’arrivo di Mou per l’annata successiva, anche questa mattina i Friedkin hanno preso tutti in contropiede e hanno esonerato Mourinho e tutto il suo staff.
Decisionisti fin dal primo minuto con l’immediato incarico a Tiago Pinto, che saluterà a sua volta a fine mese; e qualche mese l’ingaggio a sorpresa del celebre tecnico lusitano, Dan e Ryan Friedkin hanno deciso che la misura era colma. “Conserveremo per sempre grandi ricordi della sua gestione, ma riteniamo che, nel migliore interesse del Club, sia necessario un cambiamento immediato”. Commentano così il numero 1 e 2 della Roma, l’esonero di José Mourinho convinti dover prendere una decisione immediata.
Non hanno voluto attendere nemmeno la scadenza naturale del contratto del tecnico il prossimo giugno 2024. Il cambio, nella mente della famiglia statunitense, era da fare immediatamente. Mourinho paga un avvio di stagione molto negativo: la Roma ha raccolto solo 29 punti e si trova attualmente fuori dalla zona Europa e addirittura, virtualmente, il prossimo giocherebbe il turno estivo di Coppa Italia. Insomma una situazione troppo negativa anche rispetto alla rosa a disposizione per salvarla Mou. Peraltro José in queste settimane a più riprese ha lamentato una situazione non ideale della rosa, scaricando più volte le colpe sull’inadeguatezza degli uomini a disposizione. Insomma, troppi messaggi negativi quelli di Mourinho perché la Roma potesse continuare con lui.
In generale questi tre anni dell’ex allenatore dell’Inter alla guida dei giallorossi non hanno mai realmente soddisfatto. La Conference League, primo trofeo europeo della storia della Roma, fa da contraltare a due sesti posti e un andamento molto negativo quest’anno. Come se non bastasse, nell’era dei tre punti, tra i tecnici della Roma con almeno 50 panchine in Serie A, Mourinho è quello che ha ottenuto la media punti più bassa: 1.61 punti a partita.
Il sostituto di Mourinho alla Roma è già stato annunciato dalla società nel comunicato dell’esonero. Al posto di Mou arriva, come traghettatore, fino al termine della stagione, Daniele De Rossi. L’ex capitano della Roma, che ha lasciato il calcio giocato nel 2020 dopo una breve esperienza al Boca Juniors, si siederà sulla panchina giallorossa per condurre la squadra fino al termine dell’annata. All’ex numero 16 romano e romanista l’arduo compito di rimediare una situazione molto difficile e magari fare un cammino importante in Europa League, competizione la cui vittoria Mourinho sulla panchina della Roma ha sfiorato nella passata stagione.
De Rossi è un allenatore con poca, pochissima esperienza. Tra il marzo del 2021 e l’ottobre 2022 è stato a più riprese nello staff della Nazionale di Mancini. Poi il 15 ottobre 2022 ha firmato il primo contratto come “capo” allenatore alla SPAL, dove nonostante abbia anche tentato disperatamente di salvare i ferraresi ha fallito venendo esonerato in febbraio con sole 3 vittorie all’attivo. Ora un compito difficilissimo, ma sicuramente stimolante per chi la Roma la ha nel sangue come “Capitan Futuro”.
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