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Categories: Editoriale Calcio

Fantasmi, bacchette magiche e birrette: incubo giallorosso a San Siro. Mourinho e un record ventennale

Fantasmi, bacchette magiche e birrette. Parto dalle birrette, decisamente la cosa più bella della serata di San Siro per chi sta scrivendo. Comoda e delusa nel nostro sky box di Sportitalia, un tifoso della Roma seduto qualche posto più sotto insieme ai suoi amici (nessuna sciarpa o cappello giallorosso nella tribuna rossonera, super educati e gentili), mi ha offerto una birra. Della serie meglio berci su che guardare questa Roma. Perchè tra i tifosi giallorossi. fantastici per attaccamento e dedizione in questi due anni e mezzo di Mou, è subentrata la rassegnazione. E questo non può essere mai un buon segnale. Lui, Mou, in tribuna infreddolito e impassibile al 3-1 di Theo che ha chiuso la partita, è stato fotografato compulsivamente per tutta la partita da tifosi amici e tifosi avversari. Perché da questo punto di vista rimane ancora l’allenatore più personaggio che ci sia, ma deve dimostrare di essere ancora tra i migliori. L’ho sempre difeso, stavolta non ce la faccio. E’ entrato in un vortice che ha travolto anche lui, altrimenti alcune scelte tecniche a inizio gara e poi a gara in corso non si spiegano. E quel feeling con i giocatori che c’era fino a qualche mese fa sembra essersi dissolto nel nulla.

Accanto a me nello sky box c’era Cristian Bucchi, allenatore e amico di Sportitalia, ad ogni scelta sbagliata dei giocatori della Roma mi giravo per trovare conforto ma soprattutto una spiegazione. E lui da allenatore mi ha detto: “non capisco perché in questo momento di difficoltà non si mette a 4 dietro, lui che ha sempre giocato a 4. Fai un 4-4-2 classico e stop”. Ha ragione Bucchi che ovviamente ne sa più della sottoscritta, perché non provare a cambiare? Mou è cristallizzato, molti giocatori pure, talmente irriconoscibili anche dal vivo, vedi Spinazzola, Pellegrini e compagnia bella. Gli esterni sono il punto debole ma vi assicuro che il centrocampo è da mani nei capelli. E se a fine partita Belotti dichiara che la squadra ha toccato il fondo, per me la frecciata all’allenatore è implicita-esplicita. Nono posto, 29 punti, record negativo degli ultimi 20 anni dopo 20 partite. E nessuno, dico nessuno della proprietà a parlare, a spiegare, a metterci la faccia. Dan Friedkin non si è mai visto se non quando ha portato Lukaku con il suo aereo, Ryan c’è ma non si vede, Tiago Pinto è un gm dimissionario, Lina Souloukou si occupa di altro. Cardinale per spronare il Milan si è presentato negli spogliatoi prima della partita, dei Friedkin nemmeno l’ombra. Forse, dico forse, sbarcheranno nella Capitale, per decidere il futuro, già segnato peraltro, di Mourinho. Troppo facile così. Nel frattempo aleggia il fantasma di De Rossi sul portoghese che non è Harry Potter e che quindi non ha la forza di scacciare. Per DDR potrebbe essere l’occasione della vita, ma anche un boomerang senza via di uscita. 

Redazione

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