Il passato di Michael Schumacher in Ferrari è nella storia ma c’è un retroscena pazzesco sul suo ritorno che non tutti conoscono
Ma se la storia fosse stata diversa? Quante volte se lo sono chiesto nella famiglia di Michael Schumacher non lo possiamo sapere, anche se il destino si diverte a mescolare le carte. Eppure c’è un retroscena sul ritorno del Kaiser in Ferrari che non tutti ricordano.
Sappiamo bene com’è la sua vita da almeno 10 anni, quelli che ha passato lontano dal resto del mondo. Sciando sulle nevi di Méribel, Schumi era caduto e aveva sbattuto la testa contro una roccia. Operato a Grenoble per trauma cranico e per l’emorragia cerebrale, è stato in coma per oltre sei mesi facendo anche temere per la sua vita.
Il dottor Jean-Francois Payen, capo del reparto di anestesia e rianimazione a Grenoble. Spiegò chiaramente che senza il casco, le ferite sarebbero state letali. E allora ipotizzò che sarebbero serviti almeno tre anni per parlare di recupero.
In realtà ne sono passatoi più di 10 e lui continua la sua battaglia nella villa svizzera di Gland che si è trasformata in ospedale. C’è poi un’altra villa, a Maiorca in passato di proprietà di Florentino Perez, presidente del Real Madrid. L’hanno comprata, vorrebbero trasferirsi lì e intanto la prossima estate ospiterà il matrimonio di Gina-Maria, la figlia più grande del campione.
Ancora oggi sono pochi i parenti e amici stretti ammessi a far visita al campione. A parte la moglie Corinna e i figli, con Mick che è pronto a debuttare nel WEC, ci sono il papà Rolf e il fratello Ralf che ha corso con lui in Formula 1. Di recente anche Laila Hasanovic, la nuova fidanzata di Mick che ormai è considerata una di famiglia.
Poi ci sono quelli che con lui alla Ferrari hanno costruito una leggenda fatta di cinque titoli piloti e sei costruttori. Come Luca Badoer, per anni collaudatore a Maranello e diventato grande amico di Schumacher. Oppure ancora Jean Todt, storico team principal della Ferrari che con Schumi ha vinto tutto, prima di diventare presidente della FIA.
Qualche mese fa era stato lo stesso Todt a spiegare che il suo amico c’è sempre, anche se non più come prima. E comunque quando poteva, andava da lui a vedere le gare di Formula 1. Molti anni prima però avevfa raccontato un’altra verità che non tutti ricordano.
Todt aveva smezzo la sua carriera di team principal a Maranello nel 2007, perché ormai il ciclo dopo la vittoria di Kimi Raikkonen era considerato finito. Chi mettere quindi al suo posto per continuare quel lavoro?
“Michael Schumacher era il miglior candidato di tutti, ma non ha accettato di farlo”, raccontò lo stesso Todt all’epoca alla stampa tedesca. Un rifiuto ufficiale che spalancò le porte a Stefano Domenicali, promosso come team principal fino al 2014. Dopo di lui Mattiacci, Arrivabene e Binotto, ma nessuno ha risollevato le Rosse. E oggi tutti si chiedono: se Schumi avesse accettato? Una domanda che resterà senza risposta.
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