Ma Rocchi ha visto l’assurdo rigore dato al Napoli contro la Salernitana? Simeone aveva già tirato in curva quando Fazio gli ha toccato leggermente il piede. L’attaccante fa poi la solita sceneggiata per richiamare l’attenzione, il Var abbocca e i telecronisti si avventurano in paragoni inesistenti. Veramente assurdo. Quello assegnato a Simeone rientra nella categoria dei “rigorini” che dovevano essere aboliti in questa stagione. La controprova sta nel fatto che un intervento del genere non verrebbe mai fischiato in altri settori del campo fuori dall’area. Inoltre non è nemmeno assimilabile ad altri casi analoghi perché non c’è la gamba del difensore che va contro quella dell’attaccante. Simeone, spalle alla porta e sulla linea di fondo, si è già ampiamente liberato del pallone e il tocco di Fazio è assolutamente lieve. Penalizzare in questo modo una squadra è veramente assurdo. Hai voglia di parlare di interventi codificati, perché ogni contrasto è diverso dall’altro, e quello fra Simeone e Fazio non ha nulla a che vedere con altri episodi recenti.
L’ennesima partita nera per Var e arbitri non fa altro che rinvigorire le polemiche innescate dalla sciagurata intervista del designatore Rocchi. È già tramontata l’epoca della trasparenza e del dialogo quando si invocano censura e vie legali. Ma Rocchi si è reso conto di ciò che ha detto? Lui, proprio lui, si sarebbe “rotto”? E che cosa dovrebbero dire i milioni di tifosi che assistono alle nefaste esibizioni della classe arbitrale? Adesso le vittime sono gli arbitri e il Var? No, dai, non scherziamo, facciamo un bel respiro e raccontiamo le cose come stanno. Rocchi non è mai stato un buon arbitro, Juve-Roma e Bologna-Milan restano macchie indelebili su una carriera lungi dall’essere paragonabile a quelle di Collina o Rosetti. Eppure Rocchi gode della fiducia incondizionata del presidente federale Gravina, il quale avrebbe previsto per lui addirittura un incarico da Commissioner per allargare mansioni e probabilmente emolumenti. Poi, bontà loro, ci spiegheranno più avanti. Ma il calcio italiano ha davvero bisogno di questi papocchi o necessita di riforme profonde? Ma restiamo agli arbitri. La striscia degli otto errori ammessi è ampiamente insufficiente e comunque conferma l’inadeguatezza di arbitri e Var. Siamo favorevolissimi alla tecnologia ma sprecarla in questo modo per assegnare rigori inesistenti o per dimenticare falli evidenti che viziano azioni gol, fa davvero male. Questo andazzo sta trasformando i giocatori in simulatori. Durante le partite non vediamo altro che calciatori in terra che sbattono pugni sull’erba o si rotolano come colpiti da un fulmine, salvo poi rialzarsi proditoriamente appena c’è l’intervento arbitrale. E finiamola, una buona volta, con queste pagliacciate. Ormai si punta esclusivamente al var che, a sua volta, non fa altro che prendere decisioni cervellotiche e quasi mai uniformi. In linea con questo andazzo si lamentano tutti, dai giocatori, agli allenatori, dai dirigenti ai presidenti. Ognuno per sottolineare un presunto errore o per trarre vantaggi dal prossimo arbitraggio. Per porre fine a tutto ciò occorrerebbero personalità forti nei posti di comando e decisioni comprensibili. Non vediamo né le prime, né tanto meno le seconde.
Paolo De Paola