Marcell Jacobs ha impresso una svolta alla sua carriera con l’addio al suo ex coach Paolo Camossi e il trasferimento negli Stati Uniti
L’obiettivo di Marcell Jacobs è uno e uno solo, le Olimpiadi di Parigi. Ed è proprio per preparare nel migliore dei modi l’evento in programma ad agosto prossimo che il ventisettenne velocista di Desenzano del Garda, medaglia d’oro a Tokyo nel 2021, ha deciso di imprimere una nuova e decisa svolta alla sua vita di atleta.
Jacobs ha detto addio al suo ormai ex allenatore Paolo Camossi, si è trasferito un paio di mesi fa a Jacksonville in Florida e si è affidato a un tecnico di grande esperienza come Rana Reider. Una scelta drastica, segnata dalla necessità di presentarsi a Parigi nelle migliori condizioni possibili.
Il campione olimpico in carica ha dunque interrotto la sua collaborazione con Camossi, ma non solo: lo sprinter bresciano ha infatti chiuso, una volta per tutte, anche un altro rapporto professionale che a quanto pare non ha dato i frutti sperati. È lo stesso Jacobs a raccontare tutto in una recente intervista rilasciata al magazine Style del Corriere della Sera. In primis Jacobs ha sottolineato la bontà del suo impatto con la Florida e con il suo nuovo allenatore.
“Sono a Jacksonville soltanto da un paio di mesi e mi sembra già un anno. L’allenatore mi ha fatto subito un’ottima impressione – ha sottolineato il velocista azzurro -. È uno che ti dice le cose come stanno, senza troppi giri di parole. A livello tecnico Reider è formidabile, lui sa come vincere un oro olimpico“. Il campione olimpico in carica resterà in Florida ancora per qualche mese, fino alla ripresa della stagione agonistica. L’altro rapporto professionale a cui si faceva riferimento è quello con l’agenzia di comunicazione del cantante e speaker radiofonico Fedez, la DOOM Entertainment.
Jacobs già qualche tempo fa in un’intervista concessa al quotidiano ‘La Stampa’ rivelò le ragioni che lo spinsero a chiudere la collaborazione con il noto artista: “Nel 2018 mi sono affidato alla società di Fedez, mi aspettavo che stare vicino a lui desse visibilità. Ma non hanno mai sviluppato un progetto – ribadì –. Quando ho vinto a Tokyo e mi hanno scritto 24 ore dopo, erano al mare e non gliene fregava niente. C’era poca trasparenza“. Anche i rapporti personali sono naufragati: “Non ci sentiamo nè vediamo più“, ha tagliato corto Jacobs.
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