Fiducia ripagata. Arek Milik si prende tutto all’Allianz Stadium, la scena è sua. Tripletta, standing ovation e pass per la semifinale staccato. L’attaccante polacco, in grande spolvero, è il protagonista indiscusso di una sfida dal destino già scritto. Contro il Frosinone non c’è storia, adesso tra la Signora e i 90’ finali per la Coppa c’è solo la Lazio.
Due reti ad arricchire i 510 minuti disputati in un girone d’andata altalenante dal punto di vista individuale. Poi, ne bastano 46’ per centrare lo specchio tre volte in una sola sera. Grinta, personalità e cinismo al servizio del generale Allegri. Milik, dimostra ancora una volta di non essere una comparsa in una Juve pronta a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel prosieguo della stagione: “Non mi sento assolutamente una riserva. Sono partito tante volte titolare quest’anno però la mia testa è sempre con la squadra, sono pronto sempre a dare una mano e a dare sostegno ma alla fine sceglie il mister chi gioca e chi non gioca, io cerco di aiutare la squadra con i gol, le giocate o altre cose”. Insomma, il polacco ha dimostrato di essere pronto a mettere le marce alte, sfruttando magari qualche assist dal mercato.
Cronometro alla mano nelle 18 presenze collezionate da inizio stagione il minutaggio lascia non poche perplessità. Meno di mezz’ora a gara, scarsa possibilità di incidere e dimostrare le sue doti da attaccante di razza.
Adesso, la voglia di rifarsi e mettersi in luce proprio li davanti, in campionato così come nelle ultime uscite rimanenti in Coppa Italia. Un’alternativa ai fragili Chiesa e Vlahovic, sullo sfondo di una possibile partenza di Kean che permetterebbe di far avanzare il polacco nelle gerarchie di Allegri.
Nuovo anno, nuovi obiettivi per un Milik già carico per prendersi la Vecchia Signora sottobraccio.