ESCLUSIVA SI Albertosi: “Beckenbauer grande nella semplicità, già adatto al calcio moderno”

Si è spento all'età di 78 anni Franz Beckenbauer, uno dei più grandi calciatori della storia, icona della Germania, del Bayern Monaco e di questo sport in generale. Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto Enrico Albertosi per parlare di lui: lo storico ex portiere di Fiorentina e Milan lo affrontò con la Nazionale italiana in quella che è passata agli annali come "La partita del secolo", fra Italia e Germania Ovest nella semifinale di Coppa del Mondo nel 1970.

Che ricordo ha di lui?

"Credo che sia stato un grandissimo giocatore. Unico: giocava semplice. E così facendo è diventato uno dei più forti in Europa e nel Mondo. Non era facile giocare semplice: non saltava quasi mai l'uomo, giocava di prima o al massimo a due tocchi. Sapeva sempre dove dare la palla, quando smarcarsi. Sapeva in anticipo chi si stesse per smarcare. E' stato veramente un grande".

La impressionò affrontarlo nella partita del secolo, Italia-Germania a Messico '70?

"Sì, perché giocava con un braccio solo. Era caduto in partita, si era fatto male alla spalla e non riusciva più a muovere un braccio. Lo fasciarono e continuò correndo solo con un braccio, praticamente. L'altro non poteva muoverlo: non è facile giocare a calcio così. Nonostante tutto fu uno dei migliori".

Ed è stato un rivoluzionario: nel suo modo di giocare in quel calcio, sarebbe stato adatto anche nel calcio moderno?

"Assolutamente. Nel calcio di oggi giocano palla al centrocampista, che la dà indietro, che gliela ridà ed avanti così. Invece quando arrivava la sfera a Franz, lui la giocava subito, ma in avanti".

A proposito di evoluzioni nel calcio: le piace come è evoluto il ruolo del portiere oggi? E chi le piace di più in A?

"Il ruolo del portiere oggi è molto diverso. Ed indubbiamente dico Maignan: è bravo perché sa unire questa evoluzione nel gioco con i piedi con una grande bravura fra i pali".

Nel vostro calcio il Var non c'era, ma oggi le polemiche non si sono affatto spente.

"Esatto. Il Var risolve qualcosa, ma non tutto. L'arbitro in campo ha la percezione se uno cade in area o se fa un fallo di mano volontario o meno. Con la tecnologia si vedono immagini diverse, rallentate. Magari può aiutare in alcune cose che scappano all'arbitro, come appunto un tocco di mano. Però tante volte non mi convince come venga utilizzato o come al contrario non venga utilizzato".

Inter-Juventus è una sfida che sta appassionando, polemiche a parte, in chiave scudetto. Qual è oggi la sua favorita?

"Qualche tempo fa avrei detto l'Inter, assolutamente. Adesso ho dei dubbi".

Come mai?

"Oggi è una sfida da 50 a 50. I bianconeri non giocano benissimo, ma il gioco di Allegri è molto redditizio. Fa gol, non lo subisce. Se lo subisce ha la voglia di rimontare: sia a Monza che ieri l'ha portata a casa nonostante le difficoltà. E' un'annata molto propizia per la Juventus".

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