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Categories: Editoriale Calcio

E’ falso che la Superlega sia meritocratica. La comprerà l’Arabia, e in Serie A giocheranno i pupazzi

Il vento del progresso non puoi fermarlo con le mani. La sentenza UE sancisce in verità un qualcosa che non è così eclatante: perché l’Europa da semore protegge il libero mercato assoluto, e dunque le squadre sono libere di fare le proprie competizioni e commercializzare i propri diritti.

Non dà automatica luce verde alla Superlega, ma è ovvio che la Superlega ne esca vincente perché decade la possibilità di infliggere sanzioni economiche per la creazione di una propria competizione.

Come ho detto, il vento non puoi fermarlo con le mani. E dunque se è questo ciò che vorranno i club, che a me Tancredi Palmeri piaccia o meno, che a noi tifosi piaccia o meno, non potremo che adeguarci. Alla fine è il mercato che decide, e se il mercato premierà questa formula, non ci sarà discussione che tenga.

Il mercato. Non vendiamola però come calcio più giusto, o più moderno, o del popolo.

Puttanate. Fate il piacere. Come diavolo può essere calcio del popolo quello rappresentato da 3 ricchi che hanno sempre esercitato il loro potere in maniera arrogante come Florentino Perez, Andrea Agnelli e Joan Laporta, e di cui 2 su 3 si sono dimostrati pessimi amministratori finanziari, condannati anche in merito. E voi credete che a questi freghi qualcosa del redistribuire la ricchezza? Ma svegliatevi e guardate la realtà.

Contano solo i soldi, e così sia, non lo critico. Ma almeno piantatela con le ipocrisie.

La A22, la società di marketing messa su da Agnelli per ribaltare il messaggio sul calcio del popolo e fare apparire la Uefa come una dittatura (ma quale dittatura se ognuno parte alla pari per qualificarsi in Champions!); nonché la FGS Global, la società di comunicazione che spinge la Superlega, dove guarda caso è andato a lavorare l’ex capo comunicazione della Juventus, ovvero Claudio Albanese; beh entrambe hanno spinto il tasto di una Superlega adesso finalmente meritocratica.

E’ falso.

Delle 64 squadre che comporrebbero la Serie A, B e C della Superlega, solo 20 sarebbero ammesse per meritocrazia in base ai risultati nel proprio campionato, e accedendo solo al livello inferiore, da cui solo 2 squadre possono essere promosse.

Vi pare questa meritocrazia? Questo è fare l’elemosina. Questo è utilizzare una foglia di fico ipocrita per tenere lo status quo. Se in un Parlamento con 64 deputati nominati da un dittatore, il tal dittatore decide di concederne 20 alle elezioni del popolo, vi pare che di colpo quel Parlamento possa dirsi democratico?!

Ovvio che no.

Ma di nuovo, se è questo quello che vorranno, solo grandi scontri diretti tra le solite big, fino a che si perderà l’unicità dell’evento, non possiamo fermarli. Solo: evitate la menzogna di parlare di meritocrazia.

E soprattutto, se siete a favore come sembra di colpo adesso tutti siano diventati, l’importante è che siate consapevoli delle conseguenze.

La prima, è che è ovvio che questa Superlega avverrà nel momento in cui ci sarà un grande investitore che garantisca una quantità sproporzionata di soldi. E questa quantità la può e la vuole garantire solo l’Arabia Saudita. I fondi sono solo un mezzo. Sarà l’Arabia Saudita a pagare la Superlega, e chissà che presto non voglia anche che si giochi esclusivamente in Arabia Saudita.

E soprattutto, se volete la Superlega, preparatevi a un’altra cosa: la Serie A diventerà un campionato di pupazzi. Se alle 4-5 grandi la qualificazione è garantita per censo, allora non si impegneranno mai in Serie A, e la lotta scudetto non avrà motivo di esistere perché troppo dispendiosa e poco remunerativa in comparazione. Il campionato nazionale avrà la stessa valenza degli Ottavi di Coppa Italia, dove schieri la squadra B e se vieni eliminato ti spiace giusto il tempo prima di andare a dormire. Perché giocare una partita di Superlega sarà molto più remunerativo e impegnativo che lottare per il campionato, dove ripeto le grandi non dovranno impegnarsi per il piazzamento: e perché mai dovrebbero perdere la serenità e le energie per lo scudetto se giocare la Superlega (che si terrebbe ogni infrasettimanale senza pause) sarebbe molto ma molto più remunerativo. E sottolineo: giocarla, non vincerla!

A me frega relativamente che la coppa europea la organizzi la Uefa o la Superlega. Mi frega solo che la organizzi un ente terzo neutrale, dunque non certo Florentino o Agnelli, e mi frega che io possa godere ugualmente del campionato nazionale e della coppa europea, che sono due emozioni belle e diverse.

Se poi davvero volete altro, pace. Ma pensateci davvero bene a ciò che desiderate: vi sta bene che il nostro campionato dei nostri weekend si svuoti totalmente di significato e pathos? Occhio a quello che si desidera.

Poi, ognuno ha la sua ossessione di vittoria, ci mancherebbe.

Certo che, fino alla fine Andrea Agnelli non c’è proprio riuscito a vincerla la Champions, e al culmine dell’ossessione se non ha potuto averla, ha preferito distruggerla.

Redazione

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