Meno di 48 ore a Salerno e gruppo squadra ben concentrato sulla battaglia dell'Arechi, chiaro. Ma il Natale incombe e i Milanisti hanno voglia di scartare i loro regali. Il 2023 è stato un anno di grandi dolori. Ma ciò nonostante, sotto l'albero ci sono almeno 5 pacchi importanti da aprire con entusiasmo e che andranno, con diversi gradi di importanza, a preparare il terreno per un 2024 che inizi con presupposti ben diversi dall'anno che sta concludendosi. Anche se aprirli prima del 25 non è carino, facciamo un eccezione e andiamo di spoiler.
1) IL DIFENSORE CENTRALE – La priorità del mercato rossonero è riconosciuta unanimemente nel difensore centrale. L'identikit è chiaro: deve essere assolutamente mancino e che quel piede sinistro lo sappia usare per bene in impostazione. Il nome in questo momento in assoluta pole position, forse addirittura in fuga decisiva, è quello di Clement Lenglet. 28 anni, oggi all'Aston Villa in prestito dal Barça, Lenglet non sta matchando alla perfezione con Unai Emery e per questo sta ricevendo poco minutaggio. Il suo CV è pieno di esperienza: Siviglia, Barça, Tottenham, nazionale francese. Di certo non è l'uomo su cui basare la difesa del futuro, ma viene visto come la pedina giusta per diventare il nuovo Kjaer, cioé il "vecchio saggio" capace di rappresentare sempre il porto sicuro in caso di necessità. Altro dettaglio da non sottovalutare di questi tempi a Milanello: è integro, con sole 7 partite saltate per infortunio in carriera. Premesso che il giocatore verrebbe a Milanello di corsa, c'è da mettere d'accordo Barça e Aston Villa sulla risoluzione anticipata del prestito e poi toccherà al Milan capire i margini di trattativa coi blaugrana. C'è spazio per chiedere una forte contribuzione nel pesante ingaggio da 6 milioni netti a stagione fino al 2026: ecco perchè la soluzione più semplice potrebbe essere semplicemente "rilevare" il prestito dei Villans per i sei mesi rimanenti, per poi eventualmente valutare rendimento e futuro.
2) LA PUNTA – Anche perchè risparmiare sul difensore centrale, significa poter mettere mano al portafogli sulla punta. Detto che David viene visto poco come prima punta "pura" e che la richiesta del Lille quindi è solo un ulteriore ostacolo a una valutazione tecnico-tattica del giocatore già non troppo "piena", anche qui si lavora sugli identikit. L'intenzione è di prendere non un alter ego di Giroud, ma una soluzione tattica alternativa: un 9 che vada ad attaccare anche la profondità e che non voglia solo il pallone addosso. Le tv di Casa Milan saranno tutte sul canale 60 durante il mese di gennaio, perché Serhou Guirassy sarà protagonista con la sua Guinea della Coppa d'Africa, in esclusiva su Sportitalia. La punta dello Stoccarda, dotato di passaporto francese, ha peraltro una clausola rescissoria vantaggiosa, di poco inferiore ai 20 milioni: un esborso fattibile e tuttosommato "garantito". Perché, dopo l'exploit di questi primi mesi in Germania, Guirassy resta un nome appetibile sul mercato e, anche non replicasse esattamente gli stessi numeri a Milano, non sarebbe una zavorra da bilancio per ingaggio e ammortamento. Ma attenzione alle alternative: perché il rallentamento del Milan sul giovane Popovic per via del suo status di extracomunitario fa pensare che qualcos'altro bolle in pentola. Il nigeriano del Montpellier Adams è un candidato della lista, ma abbastanza freddo. La sensazione è che se non sarà Guirassy, sarà un pacchetto totalmente a sorpresa. Ma con l'identikit "9 puro che attacca la profondità e che sia un'occasione di mercato", le nostre ricerche sono già partite…
3) IL RINNOVO DI MAIGNAN – Non così imminente da essere già scartato sotto l'albero, ma il rinnovo di Mike Maignan è più di una promessa. Fake news le presunte richieste fuori mercato di Magic Mike da doppia cifra nei milioni di euro: il Milan lavora a un adeguamento equo dell'attuale accordo, che prevede meno di 3 milioni netti fino al 2026. Raddoppiarli o giù di lì, aggiungendo altri due anni di contratto, vorrebbe dire bloccare un capitale tecnico prima ancora che economico. Perchè Maignan oggi è il giocatore più forte del Milan. E non c'è l'intenzione di cederlo: la sensazione è che, anche ci fosse bisogno del famoso "sacrificio" alla Tonali, non sarebbe lui l'indiziato numero 1. Spoiler: non sarebbe nemmeno Leao. Certo per offerte pornografiche, da record nella storia del calcio, tutto potrebbe cambiare: gli 80 milioni di Kepa restano un benchmark da alzare ulteriormente per chi si vuole eventualmente sedere a parlarne. E allora forse nessuno potrebbe opporsi. Ma al momento si parla solo ed esclusivamente di fantascienza.
4) UN SETTORE GIOVANILE TOP – Il Grande Milan è stato il Milan di Van Basten, Gullit e Rijkaard, è vero. Ma anche di Baresi, Galli, Costacurta e Maldini. Per troppi anni, il settore giovanile rossonero è sembrato solo un fastidio o un comodo ufficio per sistemare gli "amici di". Ora la musica è cambiata radicalmente. E la scelta di affidarsi al meglio del meglio, vale a dire Vincenzo Vergine, lo testimonia in maniera inconfutabile. La tecnica, la qualità e la serietà, prima di qualsiasi altra cosa: da Milanello nasceranno grandi cose, con nuovi progetti e nuove idee. Primavera (sempre su Sportitalia) e non solo: il 2024 regalerà soddisfazioni, anche grazie a un pilastro come Ignazio Abate, in piena sintonia nei concetti del Milan – inteso come spirito di tutte le squadre che vestono la maglia rossonera, dai bimbi alla Prima – che sarà.
5) UNA DIRIGENZA PIENA DI COMPETENZA, FINALMENTE COMPLETA – Rispetto le opinioni di tutti, ma poi bisogna pesarle. E chi sui social parla di chi lavora a Casa Milan senza mai aver scambiato nemmeno una parola con i diretti interessati, può esprimere un giudizio di simpatia, ma non di certo di competenza. L'innesto di Ibra "libera" quasi del tutto Furlani e Moncada dai classici compiti di spogliatoio per cui nessuno dei due aveva mai né studiato né lavorato, ma a cui per serietà e abnegazione hanno assolto finora. Perché Giorgio Furlani è un manager top della finanza, capace di dare lezioni a chiunque su come si faccia impresa. Anche a chi gestisce in maniera discutibile il mondo del calcio italiano, dalla politica alla politica calcistica. In tal senso, occhio all'allarme sul decreto crescita: rimuoverlo, con un'azione populista e poco lungimirante, vuol dire uccidere ancora una volta il calcio italiano, che solo ora iniziava a rimettere fuori la testa in Europa. Di affari e di soldi, Furlani, che ha un vero cuore rossonero e non smette di dimostrarlo, è il Vangelo: per il campo, c'è Geoffrey Moncada. Padronanza assoluta del mercato, occhio qualitativo come pochi nel Mondo. Se avessero dato retta a lui, il Milan avrebbe un centrocampo da 200 milioni con Moises Caicedo (dall'Independiente del Valle) ed Enzo Fernandez (dal Defensa y Justicia): in due, a meno di un De Ketelaere qualsiasi. Ecco perchè, in estate ci aspettiamo la prima, vera Moncadata DOCG. Dalla chiarezza dei ruoli, dalla serenità nel poterli svolgere e dalla fiducia nella competenza come primo valore assoluto per scegliere le figure professionali giuste nei posti giusti, deve ripartire il progetto 24/25.
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