Max Verstappen fortemente coloro che ritengono quasi impraticabile ascendere alla massima serie, giudicando tali opinioni nient’altro che mere scusanti
Il prossimo anno, il 2024, promette di essere un periodo singolare per la Formula 1, soprattutto per i piloti destinati a partecipare al successivo campionato. Questi saranno esattamente gli stessi uomini che hanno solcato le piste nella stagione precedente, e ciascuno di loro manovrerà le proprie vetture per gli stessi team con cui hanno gareggiato nell’ultima stagione.
Non si profileranno né trasferimenti né, più significativamente, nuovi venuti. Una situazione che evoca alla memoria l’anno 2022, in cui a Felipe Drugovich fu impedito di ottenere un posto ufficiale nella massima serie, nonostante il suo trionfo in Formula 2.
Un destino analogo attenderà Theo Pourchaire, che si recherà in Giappone per partecipare al campionato Super Formula, ripetendo il percorso di chi, come Oscar Piastri, dovette attendere fino all’anno in corso per fare il suo esordio nella prestigiosa competizione.
Il francese, destinato a mantenere il ruolo di terza guida nell’elegante scuderia Sauber, aveva espresso una critica tanto acuta quanto delicata riguardo alle intricatissime difficoltà che affronta un giovane pilota nel conseguire una promozione nel mondo della Formula 1.
Inoltre, ha confidato la sua delusione nel non aver potuto coronare immediatamente il suo ardente sogno automobilistico. Numerose altre promettenti giovani promesse condividono la stessa opinione, ritenendo arduo raggiungere tale nobile obiettivo. Tuttavia emerge una dissidenza notevole…
Il pensiero dissidente di Verstappen in proposito
L’attuale campione del mondo, Max Verstappen, mantiene una posizione di disaccordo con gli altri illustri colleghi. Transitando direttamente dalla raffinata Formula 3 all’illustre scenario della Formula 1, l’olandese, a soli diciassette anni di età, conserva la convinzione che l’ingresso nel teatro delle corse sia effettivamente accessibile ai giovani, pur con qualche riserva.
“Se possiedi il talento e dimostri di essere tra i migliori, raggiungerai l’apice” ha osservato eloquentemente l’immarcescibile Verstappen a De Telegraaf. “Colui che sostiene l’impossibilità spesso dimostra di non possedere la necessaria abilità. Poi emergono giustificazioni quali: ‘Non possedevo mezzi finanziari’”.
Queste argomentazioni secondo Verstappen si manifestano come scusanti infondate. “In quei casi la propria destrezza è insufficiente. Per me, la questione è di straordinaria semplicità. Certamente, alcune variabili sfuggono al nostro diretto controllo, e taluni piloti si introducono nella Formula 1 foraggiati da cospicui fondi finanziari. Tuttavia, gli autentici talenti emergono in ogni caso”.
In accordo con la prospettiva di Verstappen, dunque, le opportunità si schiudono in realtà per i talenti veri e propri. Aggiunge che essere un abile pilota nella Formula 1 non corrisponde automaticamente a eccellere in altre sfere automobilistiche, come il rally o l’Endurance, secondo il suo giudizio autorevole da tre volte iridato.