L'allenatore del Bologna, Thiago Motta attende un ex PSG - Sportitalia.it (Foto LaPresse)
“Così bella Bologna, bella davvero, alé vola Bologna”, così cantano Luca Carboni, Gianni Morandi, Lucio Dalla e Andrea Mingardi, autori dell’inno del club rossoblù. E dopo tanti anni il Bologna sta volando davvero. Gli arrivi di Giovanni Sartori a luglio 2022 e Thiago Motta nel settembre 2022 hanno cambiato il futuro del club felsineo. Dopo il record di punti, 54, della passata stagione che sono valsi il 9° posto in classifica, la vittoria di domenica sera al Dall’Ara contro la Roma ha portato il Bologna a quota 28 punti, record di punti del club in Serie A dopo 16 giornate.
I primi due Bologna costruiti da Giovanni Sartori hanno la caratteristica di essere composti da calciatori di talento acquistati a basso costo per essere valorizzati in un ambiente virtuoso. Già nel periodo di Sinisa Mihajlovic, il club rossoblù era riuscito a mettere a segno importanti plusvalenze grazie al lavoro di Bigon. Oggi, con Motta e Sartori, il club felsineo sembra essere andato oltre. Sartori e Di Vaio acquistano calciatori affidabili e di talento e Motta ci lavora per migliorarli.
In estate, sono stati venduti Dominguez e Schouten, calciatori che con Motta hanno raggiunto il loro massimo splendore a Bologna. Ma il loro era un percorso partito già nel periodo di Mihajlovic. Già dalla passata annata, questo lavoro è partito nuovamente con altri calciatori quali Posch, Lucumí e Ferguson. Quest’anno si sono aggiunti Beukema, Calafiori, Kristiansen, Ndoye e Zirkzee, il cui processo di maturazione e crescita era partito già un anno fa, quando era arrivato a Bologna.
Il tecnico ha valorizzato il talento di ciascuno, spesso spostando i giocatori o riadattandoli in ruoli che avevano ricoperto solo sporadicamente o non avevano mai coperto. Il caso di maggior effetto, nel corso di questi primi mesi di stagione, è quello di Riccardo Calafiori. L’ex prodotto del vivaio della Roma è nato come terzino sinistro, mentre Motta lo ha riadattato centrale a quattro, dopo che a Basilea aveva già sperimentato il ruolo di braccetto mancino di una linea a tre.
L’ambizione del Bologna però non si ferma al solo “miglioramento” dei singoli all’interno della squadra. La formazione rossoblù sta letteralmente volando. Al momento è quarto e non sembra rallentare. Anzi ha ancora margini di miglioramento. I rossoblù hanno la terza difesa meno perforata del torneo, stanno giocando un grande calcio offensivo e col recupero totale di Moro hanno aumentato anche la qualità del centrocampo.
In avanti i problemi per il momento sono stati “coperti” dai gol di Orsolini, Ferguson e Zirkzee, con l’aiuto fondamentale di Fabbian. Ma non basta. Se il Bologna vuole trovare il suo spazio tra le prime 7 o più su ha bisogno dei gol degli esterni. È vero che Ndoye e Saelemaekers, gli attuali titolari, non sono mai stati grandi goleador, tuttavia la lo 0 alla voce reti è anomalo.
In attesa di capire se Karlsson, dopo l’infortunio, riuscirà a convincere nuovamente Motta a dargli una chance (lui e Orsolini sono potenzialmente i più prolifici), l’assist e l’autogol propiziato dal suo inserimento dà una speranza in un Ndoye più incisivo.
In casa Bologna ora si sogna. Riccardo Calafiori, con grande umiltà e maturità, dopo grande vittoria sulla Roma, ha spento gli animi. “Stiamo facendo qualcosa di straordinario, ma sarà difficile continuare così”, niente proclami, l’Europa è un sogno da coltivare, non un obiettivo. Tantomeno deve diventare un’ossessione da inseguire a tutti i costi.
Domani, intanto, un nuovo sogno da coltivare: la Coppa Italia e l’ottavo di finale contro l’Inter.
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