Il tennista australiano, Nick Kyrgiosm ha generosamente condiviso le proprie tribolazioni, dando ad intendere che il suo cammino agonistico potrebbe giungere al termine entro un biennio
Ha manifestato il desiderio di sottrarsi alla sofferenza, rivelando un’intenzione di porre fine alla sua carriera sportiva nel prossimo futuro. Negli ultimi tredici mesi, l’arduo cammino tennistico di Nick Kyrgios si è notevolmente attenuato, poiché soltanto una partita è stata disputata, e in quella sfida a Stoccarda, il coraggio australiano è stato sconfitto per mano del cinese Wu, nel passato giugno.
La sua presenza nei campi, già sottoposta a una considerevole interruzione, sarà ulteriormente ritardata, poiché un’intricata questione fisica, imponendogli un necessario intervento chirurgico, gli negherà la partecipazione persino agli imminenti Australian Open. Kyrgios ha apertamente discusso le sue tribolazioni fisiche nel corso del podcast intitolato ‘On Purpose with Jay Shetty’.
Le numerose operazioni a cui si è sottoposto hanno lasciato il loro segno non solo nel suo corpo, ma, ancor più significativamente, nell’essenza del suo spirito.
“Sono esausto, stanco. – afferma ai microfoni senza mezzi termini – Ho dovuto affrontare ben tre interventi”. Confessa tutto ciò, con l’aggiunta di un profondo desiderio per la costruzione di una famiglia, temperato però dal timore di ulteriori sofferenze.
Kyrgios, pur consapevole delle vaste imprese che potrebbero ancora attendere la sua raccolta di glorie, è riluttante a trovarsi nuovamente sotto il tagliente bisturi.
Il suo ritorno al campo da gioco sarà affrontato con la massima prudenza. L’australiano desidera concludere il suo percorso sportivo con un’eleganza senza pari, e intende farlo a suo piacimento: “Ambisco soltanto a giocare per un altro anno o due, riconquistare la vetta e ritirarmi quando lo riterrò opportuno”.
“Sarebbe un rimpianto – prosegue l’immarcescibile Kyrgios – dover affrontare un altro intervento o simili, ma credo di poter godere di un altro paio d’anni prosperi”. Il tennista, nato nel 1995, dimostra una rara propensione a spalancare il suo cuore e a discutere di questioni profonde che lo coinvolgono.
Già lo scorso giugno, in uno degli episodi della serie ‘Break Point’ su Netflix, narrò di un oscuro capitolo della sua vita: il ricovero in un ospedale psichiatrico durante una delle edizioni del torneo di Wimbledon. Con estrema franchezza, condivise anche episodi di autolesionismo.
“Imbibito dall’alcol, coinvolto nell’uso di sostanze stupefacenti, allontanato dalla mia famiglia e dagli affetti più cari. La sconfitta a Wimbledon è stata il catalizzatore, ho detto a me stesso: ‘Bene, non posso proseguire in questo modo’. Ho varcato le soglie di un reparto psichiatrico a Londra per affrontare le mie sfide più intime”.
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