La vittoria in rimonta contro il Newcastle e quella seguente sul Monza non hanno spento le voci su un addio di Pioli dopo cinque anni. C’è bagarre sul nome del sostituto
Il Milan sta attraversando una fase piuttosto delicata della sua stagione. La bella vittoria in rimonta contro il Newcastle non è bastata a Leao e compagni a strappare in extremis la qualificazione agli ottavi di Champions League. Il pareggio, peraltro prevedibile, tra Borussia Dortmund e Paris Saint Germain ha ‘condannato‘ i rossoneri alla retrocessione in Europa League.
Un risultato nient’affatto in linea con i programmi della società, convinta di aver costruito l’estate scorsa una rosa in grado di recitare un ruolo da protagonista sia in campionato che nella competizione europea più importante. Sul banco degli imputati è finito ancora una volta Stefano Pioli.
Il tecnico emiliano, che a giugno aveva approvato in pieno tutte le scelte di mercato operate dalla dirigenza, ha accusato più di un passaggio a vuoto in questa prima parte di stagione. Sia in campionato che in Europa il Milan non ha mantenuto le promesse della vigilia, sia in termini di risultati che di prestazioni.
Per questo motivo le possibilità di un avvicendamento in panchina, a breve termine o in vista della prossima stagione, sono cresciute a dismisura negli ultimi tempi. E il nome dell’erede di Pioli che circola con maggiore insistenza da qualche settimana è quello di Antonio Conte. Il tecnico leccese è fermo dalla primavera scorsa, da quando ha rescisso il contratto con il Tottenham.
Poco più di un mese fa l’ex di Juventus, Chelsea e Inter ha detto ‘no’ alla proposta di Aurelio De Laurentiis di allenare il Napoli al posto di Rudi Garcia. “Non accetterò mai più di subentrare in corsa“, il mantra dell’allenatore salentino. L’opzione Milan prenderebbe corpo solo a giugno prossimo, ma nulla è certo né scontato.
Il matrimonio tra il Diavolo e Conte potrebbe anche celebrarsi ma a patto che l’ex ct della Nazionale sia propenso a sviluppare un progetto legato al programma di sostenibilità economica e finanziaria imposto e fortemente voluto dalla proprietà rossonera.
Gerry Cardinale non accetta deroghe da questo punto di vista: riuscirà un allenatore ambizioso, che ha sempre preteso grandi investimenti da tutte le società in cui ha lavorato, ad accettare un progetto di natura diametralmente opposta? Lo scopriremo presto, molto presto.
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