Della Formula 1 non ne vuole assolutamente più sapere: il suo addio è definitivo
Già da qualche anno aveva manifestato, in più di una occasione, di non volerne più sapere della Formula 1. In questo meraviglioso sport è stato una delle pedine fondamentali. Tanto è vero che ha scritto delle pagine importanti.
La carriera di Flavio Briatore è stata indimenticabile. Il tutto è iniziato dopo essere entrato nella grande famiglia della Benetton. Prima aveva iniziato con il ruolo di direttore commerciale, fino a quando non è passato come direttore esecutivo.
L’azienda, con il passare degli anni, cresce sempre di più. Tanto è vero che si toglie delle bellissime soddisfazioni. In primis quella di assicurarsi le prestazioni di un giovanissimo Michael Schumacher nel ’91. Tutto merito del noto imprenditore.
La sua figura è stata importante nelle vittorie avvenute nel ’94 e ’95 (anche il mondiale costruttori). Dieci anni più tardi riuscì a ripetersi quando si trovava alla Renault. Con la scuderia francese si tolse la soddisfazione di vincere il mondiale sia piloti che costruttori del 2005-2006. Ovviamente grazie al suo pupillo, diamante ed amico, Fernando Alonso.
Nel 2009, però, un vero e proprio terremoto con lo scandalo Crashgate di Singapore. In quella occasione il nome di Briatore venne radiato completamente. Anche se, più di una volta, l’imprenditore ha sempre dichiarato di essere innocente. Tanto da portare il caso in tribunale. Scelta efficace visto che riuscì ad ottenere la riabilitazione e l’assoluzione piena un anno più tardi.
Poi il colpo di scena: il ritorno in Formula 1 lo scorso anno. Merito di Stefano Domenicali che lo convinse ad accettare la proposta della Circus. Nel ruolo di ambasciatore. Il suo compito? Quello di poter continuare a supportare il Circus nelle relazioni con dei partner commerciali, promotori e molto altro. Nel corso di una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Autosprint’ ha parlato del suo rapporto con la Formula 1.
Queste le sue dichiarazioni: “È un amore che non finisce, sto lavorando con Stefano e sono ambasciatore, per cui non ho grandi impegni. Sto dando una mano, poi vedremo in futuro”. Quando gli viene chiesto se prova un senso di nostalgia per il ruolo di team principal la risposta non si è fatta attendere: “Non mi manca di viverla dal muretto, zero totale. Venti anni possono bastare“. Conclusione con la sua ironia: “E’ come una moglie: dopo vent’anni diventi amico“.
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