È stata una serata da dimenticare quella dell’Olimpico per la Roma di José Mourinho. La sfida contro la Fiorentina, cominciata con la grande giocata di Dybala e il gol di Lukaku è finita in quello che è quasi il peggior modo possibile. E sì, perché la serata che. poteva essere trionfale, invece è solo “poteva andare peggio”. Perché oltre al pareggio che riporta il Bologna appaiato alla Roma, ci sono da registrare parecchi problemi in vista proprio dello scontro diretto.
SENZA DYBALA, LA ROMA NON GIRA
C’è stata una mini gara di 21 minuti in cui la Roma ha dominato la Fiorentina con un gol e un’occasione nitida. Una mini gara in cui a fare la differenza sono state le giocate di Dybala. Poi il primo sliding doors del match: José Mourinho perde Paulo per un problema fisico e mette Azmoun. La Roma piano piano si spegne, Mou è costretto dopo un’ora di gioco a rinunciare anche all’iraniano. I giallorossi che si stavano strenuamente difendendo dagli assalto della Fiorentina perdono consistenza in attacco. E col passare dei minuti Lukaku è sempre più solo.
Ma ciò che impressiona è come con l’uscita di Dybala la Roma non abbia solo perso la capacità di essere pericolosa, ma tutte le certezze, i posizionamenti, le distanze e i posizionamenti che le permettevano di ribattere alla Fiorentina. Segno inequivocabile di quanto l’argentino sia più importante anche del bomber Lukaku.
INGENUITÀ E TROPPA FOGA
Poi lo sliding doors defintivo: Zalewski ferma in maniera plateale Kayode e prende un secondo giallo ingenuo. Lascia i suoi in 10 uomini, e i giallorossi forse distratti dalle proteste incassano immediatamente il pareggio. Un uno-due da ko, la Roma però resiste ma è “troppo carica” e Lukaku si fa prendere dalla foga con un fallaccio su Kouamé, lasciando la Roma in 9. Alla Fiorentina manca però il tempo e l’energia per far capitolare una Lupa troppo su di giri.
La colpa è anche di Mourinho che ha dichiarato apertamente guerra agli arbitri. Le sue proteste di fronte a due rossi ineccepibili ha spostato l’attenzione di tutti dalla gara, ma forse anche quella dei suoi giocatori. L’ambiente è ormai ammantato da questa nube polemica contro la classe arbitrale. Un vantaggio quando si perde, uno svantaggio quando invece, come nel caso della Roma, si arrivava da un periodo molto positivo. Il rischio è che, come avvenuto, al primo episodio arbitrale contrario in casa giallorossa si perda la bussola.
ROMA, ORA COL BOLOGNA È EMERGENZA
Come se non bastasse l’insieme di problemi che Mourinho si troverà a gestire, domenica prossima alle 18 la Roma avrà uno scontro diretto. I giallorossi vanno in casa della grande rivelazione della stagione di Serie A, il Bologna di Thiago Motta. In quell’occasione mancheranno certamente Lukaku e Zalewski e probabilmente anche Dybala e Azmoun. Assenze pesanti che si aggiungono a quelle già persistenti dei vari Smalling e Spinazzola. Questo significa che al Dall’Ara Mourinho ci arriverà senza esterni sinistri, senza la coppia d’attacco titolare e la loro prima alternativa.
Di fronte avrà una squadra che ha dimostrato si sapere molto bene come portare a casa risultati. Di saperlo fare alla grand di fronte al pubblico di casa. E soprattutto dotata di una rosa di alta qualità, con un tecnico che sa bene come maneggiare le armi del suo vecchio maestro. Insomma, una gara molto complicata con un avversario scopertosi rivale diretto per la Champions League, infatti i rossoblù sono a quota 25 al pari della Roma del Mago di Setubal.