Sono passati quasi dieci anni dall’incidente che ha cambiato tutto nella quotidianità di Michael Schumacher: parole da brivido
Serviva una magia per risollevare la Ferrari a metà degli anni ’90. Una squadra in profonda crisi, che nonostante gli investimenti e i cambi di piloti non vinceva più nulla. Poi però con l’arrivo di Michael Schumacher è cambiato tutto.
Eppure anche a lui sono serviti quattro anni per tornare finalmente sul tetto del mondo e aprire un ciclo trionfale, con cinque titoli mondiali Piloti e sei nei Costruttori. Ma come spesso succede, nello sport e nella vita, è stato il caso a combinare tutto. In effetti per la stagione 1995 a Maranello volevano ingaggiare Ayrton Senna. Ma la sua tragica morte a Imola il 1° maggio 1994 cambiò tutto il corso della storia.
Da Torino arrivò il via libera per puntare su Schumacher che a Maranello trovò un gruppo già rodato e la possibilità di lavorare con quello che è diventato il suo amico del cuore. Jean Todt era già arrivato tre anni prima e aveva cominciato a ricostruire sulle macerie. Insieme hanno costruito pagine leggendarie storia, ma di recente abbiamo scopertoche poteva anche andare diversamente.
Lo ha raccontato l’ex team principal Ferrari (ed ex presidente della FIA) in una lunga intervista al quotidiano francese L’Equipe. Ha rivelato il lavoro incredibile che avevano dovuto fare per ricostruire un ciclo vincente in una squadra che ha sempre ha una pressione addosso superiore alla madia.
L’arrivo di Michael Schumacher dalla Benetton era stata la molla che ha sbloccato tutto e per lui anche un’ancora di salvezza. Non a caso circolavano voci che la proprietà avrebbe anche potuto mandarlo via prima che iniziasse la stagione e invece è cambiato tutto.
Michael Schumacher, retroscena da brividi: il racconto a dieci anni dall’incidente fa commuovere
Schumacher e Todt hanno costruito un rapporto solidissimo, molto oltre quello che hanno fatto per la Ferrari. Erano legati anche prima dell’incidente di Méribel che ha cambiato quasi 10 anni fa, anche ora sono in continuo contatto. Perché per la moglie e i figli del campione lui era già uno di famiglia prima di quella tragica caduta sulle nevi francesi e nulla è cambiato.
Todt qualche mese fa aveva ammesso che gli manca la complicità avuta in passato, ma non gli manca Michael Schumacher perché le occasioni per vedersi ci sono spesso. Intervistato dalla tv tedesca RTL ha spiegato che quando è possibile guarda le gare di Formula 1 insieme a lui ed è un modo per stare insieme.
Il manager francese è tra i pochi ammessi nella villa svizzera di Schumi. Come lui anche un altro grande protagonista di quegli anni. Luca Badoer, due anni più giovane del campione tedesco, come collaudatore delle Rosse è stato preziosissimo e ha costruito un rapporto speciale con Schumacher. Così era allora e anche oggi che ormai per lui la Formula 1 è solo un ricordo.
Lo ha confessato in un’intervista a Fanpage, confermando il loro rapporto unico. “Anche questo il motivo per cui siamo molto amici e ho un ottimo rapporto con loro. Perché non parlo di cose che devono rimanere nel privato. Lui era ed è un fratello, quindi ovviamente abbiamo fatto vacanze insieme e abbiamo trascorso momenti a livello intimo familiare bellissimi. Ma è giusto che rimangano nel privato”.