È giunta quasi all’epilogo la questione relativa alla positività al test antidoping di Paul Pogba. La procura del tribunale antidoping ha chiuso la fase istruttoria ed è giunta alla richiesta di condanna del classe 1993. La doccia è stata freddissima, la procura infatti ha chiesto il massimo della pena prevista in questi casi: 4 anni.
Il centrocampista francese della Juventus, dopo l’orribile stagione scorsa, col calvario dovuto all’infortunio, aveva ricominciato in maniera più o meno positiva la stagione 2023/24. Tanto che Massimiliano Allegri lo aveva convocato per le prime tre giornate. Pogba era rimasto in panchina contro l’Udinese ed era poi subentrato contro Bologna ed Empoli, senza sfigurare. Poi la prima doccia fredda: l’11 settembre 2023 è arrivata la comunicazione della positività al testosterone con annessa sospensione cautelare per il numero 10 bianconero. La positività era relativa alla gara del 20 agosto, Udinese Juventus 0-3, in cui peraltro Paul era rimasto per tutta la gara in panchina.
Nei giorni successivi, Pogba aveva chiesto le controanalisi svolte poi a fine ottobre, dopo un rinvio. Una processo lungo e laborioso che ha confermato la positività del francese. Nel frattempo, la Juventus lo ha sospeso pagandogli il minimo dello stipendio.
Ora Pogba dovrò valutare le proprie contromosse difensive. Il calciatore della Juventus potrà controbattere esponendo le proprie opinioni, ma è difficile ottenere un ingente sconto. Il massimo a cui Pogba potrebbe aspirare sarebbero due anni, ma con una richiesta tanto alta, la speranza è ridotta al lumicino. L’unica soluzione per avere uno sconto avrebbe potuto essere un patteggiamento con ammissione di colpa. Ma evidentemente non c’è stato niente da fare.
D’altronde le colpe del “Polpo” sarebbero evidenti, essendo stato negligente nell’applicazione di una sostanza che avrebbe potuto provocare una sovrapproduzione di testosterone. Insomma, una leggerezza che a 30 anni appena compiuti rischia di costare al calciatore classe 1993 il resto della carriera, già compromessa da una gestione dei problemi fisici scellerata.
L’iter sembra ormai chiaro. Pogba difficilmente potrà tornare a giocare a certi livelli. Il contratto con la Juventus scadrà nel 2025, ma intanto con la sospensione la Juve sta risparmiando quasi tutto il faraonico ingaggio del francese.
Sarà ora necessario capire quali potrebbero essere i passi della Vecchia Signora. Pogba per usufruire dei vantaggi fiscali relativi al Decreto Crescita dovrebbe terminare sotto contratto con il club torinese anche quest’anno.
Da capire però, con la sospensione dell’intero ingaggio e con il solo minimo salariale, come si evolverà la situazione. La Juventus potrebbe presto procedere alla rescissione consensuale, ma dipenderà molto dal mantenimento dei vantaggi fiscali.
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