Prima convocazione stagionale per Diego Gonzalez: nella vittoria di ieri in Coppa Italia dei biancocelesti (decisiva la rete di Guendouzi) si è rivisto il giovane paraguaiano aggregato ai grandi. Gonzalez è infatti uno dei talenti emergenti della Primavera guidata da Stefano Sanderra, che proprio sabato scorso ha steso il Milan grazie ad un suo gol, il quarto in 11 presenze.
Alessandro Monfrecola, suo agente nonché intermediario attivo nel mercato sudamericano e messicano in particolare, è intervenuto in esclusiva per SPORTITALIA per parlare di lui, del suo futuro ed anche di altri giocatori, svelando dei retroscena interessanti.
Come sta andando la sua stagione?
"Bene, sta facendo il suo percorso di crescita con la Primavera e soprattutto sta facendo la differenza come ci si aspettava, in una Lazio che è seconda ad un punto dal primo posto. Sì sta mettendo a disposizione del gruppo".
Quali prospettive ha?
"Ha fatto il ritiro con Sarri in prima squadra in estate. È stato deciso di farlo giocare con la Primavera quest'anno e sta avendo una crescita importante. Basta vedere nelle ultime partite cosa ha fatto. E non tanto dal punto di vista tecnico".
Sotto quell'aspetto cosa ci dice di lui?
"Ricordo che ha fatto il Mondiale Under 20 venendo eletto come uno dei migliori talenti Sudamericani. Al ritiro di Auronzo con i biancocelesti nelle prove su punizione era sempre il migliore insieme a Luis Alberto".
E sotto quale aspetto, allora, doveva crescere?
"Dal punto di vista fisico qualche perplessità allora la lasciava. E sta dimostrando numeri notevoli. Contro il Milan delle stelle, dopo aver segnato su punizione, ha passato 45 minuti a fare praticamente il terzino. Un applauso va fatto a Mister Sanderra, uno che potrebbe allenare in un club di Serie A, a mio avviso. Lo ha fatto migliorare in una maniera esponenziale".
Ora è completo?
"Tecnica e fisico ora sono due punti di forza equivalenti. Domenica degli addetti ai lavori mi hanno detto addirittura che potrebbe tranquillamente fare il terzino alla Parisi, per dire. Fondamentale fu anche il direttore sportivo Fabiani che gli ha fatto capire come andare in Primavera non fosse una "retrocessione" per lui, ma un modo per mettersi in mostra. Vista la convocazione di ieri, siamo contenti".
A gennaio può partire in prestito?
"Per gennaio è a disposizione della Lazio. Il suo sogno è giocare per la prima squadra di questo club un giorno. Ma si rende conto che Sarri ha una rosa forte: se verrà mandato a giocare in A oppure in B, lui si atterrà alle decisioni della società. Sarebbe meglio in massima serie viste le sue prestazioni, ma va bene a che in B. L'importante è che giochi, perché la Primavera gli sta ormai stretta. 11 presenze e con lui mai perso. Fa la differenza".
Lei i messicani li conosce bene: su Gimenez è troppo tardi per inserirsi, per le italiane?
"Santiago Giménez non più una possibilità. I club italiani hanno dormito ed ora vale 40-50 milioni. Non è il primo esempio in tal senso".
A chi si riferisce?
"A Lozano, per esempio. 2 anni prima che arrivasse, lo avevo già proposto al Napoli, per 3 milioni. Presero Ounas. Lo comprarono poi per 45 più bonus, qualche anno dopo. Gli italiani si lamentano che hanno pochi introiti dai diritti televisivi, ma quando si ritrovano un talento proveniente dall'altra sponda dell'oceano che costa 3-4 milioni dicono che è troppo presto, troppo acerbo…".
Ora per lui si parla già di lasciare il Psv…
"Si parla di Messico e Stati Uniti, sì. Molti messicani stanno andando lì. Nel Napoli si sta vedendo ora la sua mancanza. Per il prezzo che è stato pagato gli si chiedeva sempre tanto. Eppure nei primi tempi con Gattuso ha comunque fatto la differenza con i suoi guizzi. Nell'ultimo anno ha fatto la differenza per la vittoria dello Scudetto, togliendo tante volte le castagne dal fuoco agli Azzurri. Non ho capito la scelta di andare al Psv: guadagna meno e per giocare in un campionato meno competitivo. A queste condizioni De Laurentiis lo avrebbe fatto rinnovare".
Ma torniamo a Giménez.
"Come dicevo ora vale 40-50, non è più un obiettivo plausibile. Non è un mio assistito, ma fa parte di un mercato nel quale lavoro io. Non parlo solo di soldi, ma di un altro aspetto".
Quale?
"Anche se qualcuno li spendesse, quei soldi, rischierebbe di arrivare con tante aspettative. E se non giocare subito al suo livello ogni domenica, poi potrebbe essere criticato come successo a Lozano stesso. È forte, ma deve ancora crescere. Fa gol, ma va visto in un campionato di un certo livello".
Che giocatori stanno uscendo ora dal Messico?
"Attualmente non vedo gli stessi talenti che c'erano prima. La Nazionale fa fatica anche se un paio di giocatori potrebbero fare bella figura in Italia ed hanno un prezzo inferiore ad argentini e brasiliani dello stesso livello".
Per esempio?
"César Huerta del Pumas: accostato varie volte alla Lazio, potrebbe fare bene in A. E' in Nazionale, esterno forte e molto tecnico, sta migliorando anche dal punto di vista fisico. Poi Omar Campos del Santos Laguna. Terzino sinistro, ruolo dove c'è penuria da noi, classe 2002 con già 100 presenze in serie A messicana".