Meritava ben altra celebrazione la doppia, grande parata che Michele Di Gregorio ha fatto sabato contro la Juventus, in occasione del rigore concesso ai bianconeri. Una prima respinta e poi la reattività di un felino nel farsi trovare pronto sulla ribattuta di un incredulo Vlahovic, ma dato che alla fine non è servita a portare a casa punti, questa prodezza non è valsa le copertine all'estremo difensore. Resta però la certificazione di una crescita palpabile del giocatore svezzatosi all'Inter e poi rilanciatosi a fari spenti, ma con grande determinazione e costanza, nel progetto che Galliani e Berlusconi gli hanno presentato nel 2020.
In esclusiva per SPORTITALIA è intervenuto a parlare di lui l'agente Carlo Alberto Belloni.
Non solo il rigore parato, ma prestazioni in crescendo: dove pensa che sia migliorato in questi mesi?
"Sta alzando il livello partita dopo partita. Cresce la sua attenzione su tante piccole cose. Per esempio: dopo il rigore e la relativa ribattuta parata a Vlahovic, tutti esultavano. Lui invece cercava di richiamare l'attenzione della squadra dicendo: 'Non ho fatto niente, dobbiamo continuare a giocare'. Tant'è che 30 secondi dopo hanno preso gol".
Come l'ha presa?
"A fine partita era incazzato nero. Nel senso che altro era dispiaciuto perché la parata che ha fatto non è servita a portare a casa punti".
Questo fa capire la sua mentalità, in ogni caso?
"L'ha sempre avuta questa mentalità. Nelle giovanili dell'Inter ha vinto 3 campionati, Giovanissimi, Allievi, Primavera ed anche una Coppa Italia Primavera. Ha voglia di trionfare, è stato abituato così. Monza gli ha dato la possibilità di conquistare la Serie A. Sta facendo un percorso che lo sta portando nella direzione giusta".
Lo aveva studiato, Vlahovic?
"Loro studiano sempre, anche se poi l'istinto tante volte prevale in quei momenti. Certamente poi si era preparato su Dusan e sugli altri che solitamente calciano i rigori nella Juve".
Szczesny a fine partita gli è passato vicino mentre faceva un'intervista, esclamando: "È un fenomeno". Ha ragione?
"Fa enormemente piacere, parliamo di un grande portiere che da anni è alla Juventus, con una carriera importante alle spalle. Michele ha 26 anni e da qui ai prossimi 10 può davvero realizzare qualcosa di importante".
Lui non è più un ragazzino, ma fra le big del calcio italiano c'è poco coraggio nel puntare sui giovani portieri italiani?
"Il ruolo del portiere è delicato, a volte lanciare i giovani portieri subito sotto i riflettori rischia di essere controproducente. Tanti più gettonati di lui sembrava che dovessero andare chissà dove, invece in questo momento magari sono più indietro. Nel calcio ci sono dieci giocatori, poi c'è il portiere che fa un altro sport. Ecco perché Szczesny che dice una cosa del genere è 'tanta roba', perché è un portiere di riferimento".
L'Europeo resta un sogno qualora ci fosse bisogno di lui?
"Su questo aspetto ci credo fino ad un certo punto. Stanno lavorando da anni con 3-4 portieri di livello: c'è una gerarchia e per le difficoltà di questo ruolo ci sta che possa non andare, al di là del rendimento che potrà avere".
Continuando a crescere così sarà difficile per il Monza trattenerlo in estate?
"Vediamo. Quello che c'è oggi potrebbe essere diverso domani. Ora di giugno c'è tempo. Sicuramente al momento la concentrazione è solo sul Monza. Abbiamo sposato un progetto dove lui sta crescendo, con tutto il club. Galliani ha chiamato nel 2020 presentando le sue intenzioni e dicendo che Michele sarebbe stato perfetto per il caso. Per un estremo difensore è l'ideale stare tanti anni in una squadra. Lui sta disputando la quarta stagione a Monza. È logico che ci potrà essere la possibilità di andare da qualche parte in base a quello che presenterà il mercato, ma ad oggi è molto prematuro. Non ci stiamo pensando. È ovvio che gli accostamenti, le chiacchiere ed i rumors fanno piacere, ma teniamo sempre i piedi per terra".