Ben 4 finali di Coppe dei Campioni al fianco di Eusebio – delle quali una vinta a soli 18 anni, contro il Real Madrid nel 1961/62, stabilendo un record di precocità rimasto ad oggi imbattuto – 10 campionati portoghesi, 5 coppe nazionali, un Europeo Under 19: Antonio Simoes per più di dieci anni è stato una colonna del Benfica e della Nazionale portoghese, che arrivò terza al Mondiale del 1966.
L'ex campione è intervenuto ai microfoni di SPORTITALIA per parlare dei prossimi avversari dell'Inter (calcio d'inizio questa sera alle 21:00) e di due protagonisti della nostra serie A: Lautaro Martinez ed il suo connazionale Leao.
Il Benfica non sta facendo bene quest'anno in Champions. Che è successo?
"È la verità. Ma non c'è una verità assoluta nel calcio ed allo stesso tempo ci sono varie ragioni. Il Benfica non sta molto bene: è evidente. Sono partiti giocatori importanti e quelli che sono arrivati non sono dello stesso livello. Questa è una prima motivazione".
E poi?
"Quando arriva un allenatore da un altro paese e fa subito bene, è sempre più facile per lui il primo anno che quelli successivi. Può apparire contraddittorio, ma a volte, come in questo caso, dopo aver fatto bene le cose cambiano un pochino. Non nella struttura societaria, ma in basso, lì poi le cose possono complicarsi. Perché poi si sa, nel calcio servono i risultati".
Di fronte un'Inter rimaneggiata, già qualificata.
"Ma l'Inter è sempre l'Inter, ha una rosa forte e chi ha giocato meno vorrà dimostrare quello che vale".
Che ne pensa di Lautaro Martinez? Per la forma crescente che ha, pensa possa essere un candidato per il Pallone d'Oro, in futuro?
"Parlare del Pallone d'Oro è complicato perché non c'è mai un padrone assoluto. Messi e Ronaldo sono usciti di scena e non c'è un re dietro di loro. Quelli che ci sono, sono principi, non Re. Questa è la grande differenza: finita l'epoca dei Re, va eletto un principe di anno in anno. E ce ne sono tanti. Sarà più difficile scegliere i prossimi ma tutto sarà aperto, anche per Lautaro Martinez".
E del suo connazionale Leao? Gioca nella sua stessa posizione…
"Mi piace molto. Ha molte cose diverse rispetto al mio modo di giocare. Ma la sua idea è quella di partire largo e puntare a fare un assist, come lo era per me. Ha velocità e dribbling, è forte. Non esagero se le dico una cosa".
Prego.
"Io ho vinto tutto, ma Leao è molto più forte fisicamente di me. Oggi è fondamentale avere i valori massimi dal punto di vista fisico e lui li ha. Per questo motivo, unendo le sue grandi qualità fisiche alla tecnica che ha, penso che in futuro possa essere un serio candidato alla vittoria del Pallone d'Oro".
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