Mai una partita come le altre, per spettacolo, agonismo e rivalità in campo. Mai un derby come gli altri, etimologicamente e non solo. Il derby d’Italia è storia, da sempre, di un paese che vive di calcio. Juve e Inter, diverse e agguerrite con un unico obiettivo di fronte. In palio c’è la vetta, in un momento delicatissimo della stagione in cui delineare una classifica corta diventa essenziale per mandare un messaggio chiaro.
Una notte per diventare o confermarsi prima della classe, 90’ in cui il campo deciderà le sorti di due squadre studiate e progettate per portare in bacheca l’ennesimo scudetto. Questo Massimiliano Allegri lo sa bene, ma per la sua Signora non è tutto rose e fiori. L’infermeria è stracolma e il tecnico si ritrova a fare la conta degli indisponibili con tanti dubbi che incombono sul probabile XI titolare.
La fortezza difensiva della Juve regge bene nonostante Danilo che si vede costretto a dare ancora forfait. Alex Sandro rientra, ma i due mesi di stop non gli consentono certamente di dire la sua in una gara da tutto o niente. Max richiama ancora i suoi fedelissimi per centrare il quarto clean sheet nelle ultime cinque. A contrastare il tandem Thuram-Lautaro saranno infatti Gatti, Bremer e Rugani.
Scelte obbligate per quel che riguarda il centrocampo. Miretti rientra in gruppo insieme a McKennie entrambi non al 100% ma verosimilmente convocabili. Kostic a sinistra mentre anche Rabiot è pronto a dire la sua, fresco di Nazionale così come Iling, Yildiz, Nonge e Bremer.
Rimangono da valutare le condizioni di Locatelli, perché la frattura alla costola provoca ancora dolore e non è detto che basti stringere i denti. In avanti Vlahovic scalpita per ritrovare la maglia da titolare, ma il ballottaggio con Kean e Milik persiste alla luce dell’unica maglia certa dal 1’: quella di Federico Chiesa.