Uno spunto che va ulteriormente ad arricchire il coro contrario agli impegni internazionali scanditi nella cervellotica maniera attuale, e che sta facendo vivere ore di ansia agli allenatori che sperano di non ricevere comunicazioni da parte dei rispettivi uffici stampa. Emblematico il caso del prossimo Derby d'Italia, che rischia di ritrovare le due protagoniste dei vertici della classifica menomate in almeno un paio di reparti chiave. Simone Inzaghi avrà una scelta sostanzialmente obbligata, poiché il forfait di Bastoni implicherà l'impiego del trittico Darmian-De Vrij-Acerbi in tutte le gare comprese tra il ritorno del campionato ed il recupero dell'ex atalantino e di Pavard. La contestuale inaffidabilità dal punto fisico di Cuadrado potrebbe essere da ispirazione per un intervento sul mercato di gennaio che Marotta ed Ausilio non hanno ancora concretizzato nelle scelte e nella pianificazioni di un possibile investimento, ma che diventerebbe quasi inevitabile se la lungodegenza del colombiano non garantisse un minimo di respiro ai residui rimasti a disposizione del tecnico interista. Presto per parlare di nomi o di potenziali liste della spesa, anche se la missione sudamericana di Dario Baccin potrebbe avere fornito spunti meritevoli di approfondimento.
L'allerta per la Juventus riguarda invece il centrocampo, e non certo da questa settimana. Il reparto nevralgico di Max Allegri è stato funestato dalle defezioni per i motivi più disparati alle quali si sono aggiunte quelle potenziali di Locatelli e Miretti. Ulteriore segnale preciso che il mercato di gennaio non potrà che tornare a vedere Cristiano Giuntoli come assoluto protagonista di una scena che lo ha visto soltanto spettatore in estate. Il punto di riferimento della dirigenza bianconera sta già muovendo la propria fitta rete di contatti in giro per l'Europa con un vero grande obiettivo designato e che, come svelato da Alfredo Pedullà, corrisponde alle caratteristiche di Rodrigo De Paul. L'argentino ha l'identikit perfetto per poter imprimere qualità di palleggio ad una squadra che tuttavia ne è totalmente priva. Non di qualità, beninteso, ma proprio di possesso nell'arco dei 90 minuti e per una precisa e ben perseguita scelta dal punto di vista tattico da parte di chi la allena. All'ex Udinese ad ogni modo non fa difetto neppure la caratteristica ed innata “garra” che garantisce quel dinamismo e capacità di ribaltare il fronte di gioco che farebbe le fortune di un tecnico come Allegri. Ne risentiremo parlare.
Esattamente come sentiremo parlare in futuro degli ambiziosi obiettivi che si è posto il Milan sul mercato dal punto di vista della programmazione futura. I rossoneri dovranno essere protagonisti anche a gennaio dopo avere recitato la parte dei leoni in estate per correggere quei reparti come difesa ed attacco che ancora palesano qualche carenza strutturale. Del resto ipotizzare che una rivoluzione assoluta potesse avere luogo nella sua totalità e completezza in un'unica sessione era un pensiero che rasentava l'utopia. E così, al fianco di profili “fatti e finiti”, Moncada e Furlani stanno lavorando alacremente per arrivare prima della concorrenza sui possibili campioni del domani.
Un colpo sostanzialmente messo a segno risp0nde al nome di Matija Popovic: i rossoneri non hanno solo presentato la loro proposta all'attaccante il cui contratto con il Partizan scadrà alla fine del 2023, ma hanno anche incassato ampie rassicurazioni da parte del diretto interessato che l'operazione alla fine andrà in porto. E' decisamente plausibile che il nuovo anno venga inaugurato con l'ufficialità dell'operazione conclusa.
Non siamo ancora a quello stato dell'arte per un altro progetto di fuoriclasse, ovvero Assan Ouédraogo. Come abbiamo avuto modo di raccontare ormai tre settimane fa, i rossoneri hanno programmato un controsorpasso nei confronti di una concorrenza che si arricchisce giorno dopo giorno. E' vero che c'è una clausola da 12 milioni di euro e che dunque aprirebbe la strada a chiunque la dovesse pagare allo Schalke 04, ma è altrettanto innegabile che il corteggiamento rossonero parte da tempi non sospetti ed antecedenti alla discesa in campo di Inter, Juventus e Napoli. Ed allora anche per lui da via Aldo Rossi spira un'aria di ottimismo che diventa sempre più palpabile.