Rivelazione clamorosa quella delle ultime ore. Gli appassionati sono rimasti senza parole. Ecco di cosa si tratta
Se la Red Bull ha dominato le stagioni 2022 e 2023 è perché è composta da un team di assoluto livello. Dall’ultimo dei meccanici a Max Verstappen, in quel di Milton Keynes tutti possiedono una cultura del lavoro incentrata sulla ricerca della perfezione, spesso rasentata durante i weekend di gara. E poi c’è lui, Adrian Newey, il genio dell’aerodinamica che disegna le velocissime vetture affidate ai piloti.
Prima di arrivare alla Red Bull nel 2006, l’ingegnere britannico si era guadagnato l’appellativo di “progettista del secolo” realizzando per la Williams e la McLaren delle monoposto incredibili. Appellativo che poi ha dimostrato di meritarsi durante la sua esperienza con il team austriaco, condita da 13 titoli tra piloti e costruttori. Guardando il suo curriculum, non è difficile immaginare che sia un personaggio estremamente conteso all’interno del paddock.
Recentemente, la Red Bull ha blindato Newey rinnovandogli il contratto. In questo modo ha messo fine alle voci che avrebbero voluto il britannico in procinto di passare ad un team rivale. Qualcosa di simile a quanto accadde qualche anno fa, quando la Ferrari stava quasi per portarlo a Maranello. A rivelare il retroscena è stato Christian Horner, team principal della compagine di Milton Keynes.
“La Ferrari lo cercò con insistenza, gli promise il mondo, uno stile di vita da Hollywood a Monte-Carlo, voli tra la fabbrica e il Principato ogni giorno, e anche la possibilità di costruire una vettura stradale“, racconta Horner al podcast Eff Won with DRS.
Decisivo ai fini della permanenza di Newey alla Red Bull fu il fondatore della squadra austriaca. “Dietrich Mateschitz lo convinse a rimanere: «Se vuoi fare una vettura stradale, la faremo». Lui gli chiese: «Come?» e Mateschitz gli rispose di non averne idea, ma che avrebbe trovato il modo”, rivela Horner.
Il manager britannico ripercorre poi il modo in cui riuscì a trovare una soluzione: “Andai dall’allora CEO Aston Martin, Andy Palmer, e gli dissi: «Noi abbiamo il miglior designer, voi due grandi marchi. Non finanzieremo la macchina, ma credo abbia senso unire queste due cose». Ne parlammo in un pub in Inghilterra“.
Da quella chiacchierata ne uscì l’Aston Martin Valkyrie, progettata da Newey assieme a Marek Reichmann. Il buon Chris ancora non riesce a credere di aver sventato uno dei trasferimenti che avrebbero potuto cambiare la storia recente della Formula 1. “Fu a mezz’ora dalla firma con Ferrari”, conclude.
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