L'8 agosto scrivevo, su queste colonne, che la Juventus sarebbe stata in corsa per lo scudetto e insieme a Milan e Inter era una delle favorite. Sul Milan da scudetto, al primo anno di rivoluzione, credo di aver esagerato ma sulla Juventus forse non mi sbagliavo. Il ragionamento che ho fatto riguardava l'arrivo di Giuntoli, l'assenza delle coppe e la Juventus dopo un'annata come quella dello scorso anno doveva per forza tirare fuori gli artigli. La risposta di quanto sia importante un bravo Direttore la stiamo avendo quest'anno. Il Napoli senza Giuntoli e la Juventus con Giuntoli. Probabilmente De Laurentiis pensa che un Direttore sia utile solo a fare calciomercato ma, invece, quello è il meno. La parte più noiosa. I giocatori si indovinano e si sbagliano. Inutile fare il gioco e le colonnine: indovinato/sbagliato. Un direttore si giudica durante la stagione. Come gestisce gli allenatori, le squadre, i momenti bui e quelli belli. Giuntoli, in questo, è il numero 1. Lo sta dimostrando alla Juventus e non al Carpi. Dove c'è una pressione a mille e dove eri reduce dalle ceneri di Agnelli. Giuntoli è il miglior direttore italiano che abbiamo in Italia. Vedete la confusione che c'è a Napoli adesso senza di lui. In tre mesi la Juve sembra diventata il Napoli di un anno fa e il Napoli la Juve. Casualità? Non credo. E immaginate cosa farà quando potrà sistemare questa squadra che ha dei limiti oggettivi e strutturali.
Il Napoli sta cadendo a pezzi e non era difficile immaginarlo. Il vero problema è che rischi anche di non fare la prossima Champions League se non metti ordine. E De Laurentiis, invece, rischia adesso di fare più confusione di quella fatta questa estate. Garcia non andava preso. Siamo per il partito di quelli che parlano prima e non dopo. Il Napoli non ha gioco, identità e tutti i singoli sono reduci da involuzione. Questa squadra ha bisogno di una guida e di ordine. De Laurentiis oggi deve prendere decisioni importanti.
Nel week end sono stato a Lecce e, ogni volta, che metto piede nel Salento respiro l'aria magica di Lecce. Dalla gente come ti accoglie, alla società. Io ripago sempre: con me, sugli spalti, il Lecce vince che sia casa o trasferta. E se pareggia sono pari che valgono tanto. Sabato, di fatto, ha vinto e al mio amico Presidente Sticchi Damiani lo avevo detto due ore prima davanti al caffè. "Oggi c'è il talismano, ti va bene un 1-X?". Ha sorriso. Era un sì. Dopo partita neanche mi sono avvicinato altrimenti mi trasferiva il veleno che aveva dentro. E ci credo. Tra Roma e Milan doveva fare 6 punti ne ha fatto 1. Il Var uccide il calcio. Lo dico da sempre. Abbiamo una valida tecnologia ma sfruttata male e messa nelle mani di incompetenti. Erano scarsi in campo figuriamoci dietro ad una scrivania a Lissone. Non mi importa se il gol è del Lecce, Milan, Juve o Salernitana. Il ragionamento è il principio. Se attaccante e difensore non possono più avere contatto fisico diamoci alla pallavolo con una rete di mezzo. Se un pestone diventa fallo, ne fischiamo 100 a partita così. Non si può annullare un gol del genere al 94'. Uccidi il calcio, non il Lecce. Tanto oggi va bene a te, domani va bene a me. Il principio è sbagliato. Come i gol della Juve contro il Verona. Devi agevolare lo spettacolo, un gol deve essere annullato solo se palesemente irregolare. Quando annulli un gol devi pensare alla gioia che neghi ad un tifoso, ad un bambino. Tra 20 anni a Lecce avrebbero parlato del miracolo di ieri. Da 0-2 a 3-2 con il Milan e Piccoli avrebbe fatto vedere questo gol ai nipoti tra 30 anni. Annullare un gol da 30 metri, per un pestone, è un crimine. E chiedo, per una volta, a chi legge di togliersi di testa l'idea "è perchè il gol l'ha fatto il Lecce, la Juve o la Roma". Vale per tutti. Se l'Inter segnerà contro il Lecce e annulleranno un gol del genere vi scriverò le stesse 20 righe. Promesso.