Anche se non è bastato a evitare l'ennesimo ko del Verona, questa domenica, in occasione del lunch match contro il Monza, Michael Folorunsho ha segnato il suo primo gol in Serie A. Il centrocampista offensivo, 25 anni, veste da questa estate la casacca degli scaligeri, che lo hanno ingaggiato dal Napoli con la formula del prestito. Fino a questo momento è sempre stato un elemento imprescindibile nello scacchiere del tecnico Marco Baroni.
Sportitalia.com ha intervistato in esclusiva Roberto Belardo, allenatore del giocatore gialloblu ai tempi del Savio, società calcistica romana dove Folorunsho ha giocato appena prima del grande salto nel settore giovanile della Lazio nell'estate 2014.
Gol di domenica a parte, come sta andando questa stagione di Folorunsho a Verona?
"Sta facendo bene, è uno dei punti fermi di Baroni. Anche se a volte gioca in un ruolo non suo, troppo lontano dalla porta, cosa che non gli fa mettere in atto le sue caratteristiche, come ad esempio il tiro da fuori area".
Una delle questioni più dibattute di questo giocatore è appunto la sua esatta posizione in campo. Lei dove lo vede meglio?
"Dico trequartista in un 4-2-3-1, l'importante è che giochi appunto vicino alla porta, considerando altresì la sua buona capacità di inserimento. Sottolineo anche la sua personalità: sembra che giochi in Serie A da tanto tempo. Ho visto la partita contro il Napoli ed era sempre nel vivo del gioco cercando di colpire".
A proposito del Napoli, il cartellino di Folorunsho è proprio del club di De Laurentiis. Crede che gli azzurri avrebbero dovuto dargli più fiducia?
"Forse sì, considerato che Michael ha sempre fatto bene ovunque è andato. Lui ha sempre iniziato il ritiro a Dimaro, magari il Napoli non lo riteneva pronto per la prima squadra. Ma va detto che oggi il Napoli è una big che gioca la Champions, non è facile restare in pianta stabile".
Lei è stato suo allenatore al Savio, che ricordi conserva?
"Io conosco Michael da quando era piccolo perché in precedenza avevo allenato anche suo fratello Giancarlo, che era un attaccante molto bravo. Di ricordi ce ne sarebbero diversi, quando era al Savio giocava con dei ragazzini più grandi di lui, ma aveva già un fisico ben strutturato che gli consentiva di fare la differenza. Inoltre, e qui ripeto quello che ho già detto, aveva già una buona capacità di inserimento e sapeva già calciare molto bene. Quando superava la metà campo cercava sempre il tiro in porta. Non è un caso che poco tempo dopo andò alla Lazio, dove è stato anche capitano della Primavera. Anche se poi andò in tribuna, ho ancora presente quando venne convocato dalla prima squadra in una gara di Coppa Italia contro l’Inter".
Oggi invece sta lottando per conquistare una difficile salvezza col Verona.
"Me lo auguro per lui, in estate lo voleva anche l'Empoli ma poi ha scelto il Verona, probabilmente per Baroni che lo conosceva già. Domenica si è sbloccato, nel suo potenziale può benissimo ad arrivare a segnare 7-8 gol".
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