Pioli, ma che stai combinando? Il Milan è diventato irritante. Garcia sempre più commissariato. Troppo facile e troppo poco con la Salernitana. Chi potrà fermare l’Inter?

Non si può cambiare così rapidamente, soprattutto non si può correre tanto mentre prima si passeggiava. O i giocatori dell’Udinese erano dei grandi attori prima o hanno fatto di tutto per accompagnare alla porta il precedente allenatore. Da qui non si scappa per dare una spiegazione alla prova col sangue agli occhi e le molle alle caviglie contro il Milan. In ogni caso non venite più a raccontarci che gli allenatori non sono decisivi nel calcio moderno. Sempre più assistiamo a trasformazioni “sospette” appena cambia il direttore d’orchestra. La sfida fra Milan e Udinese forse potrebbe rappresentare anche una clamorosa battuta d’arresto alle ambizioni di un tecnico come Pioli. È vero, lo avevamo esaltato per la modernità mostrata finora, ma ci sono partite che una squadra come il Milan non può permettersi di perdere con tanta leggerezza. L’Udinese è il capolinea per la, ormai evidente, vaporosità dei rossoneri che senza un poderoso cambio di passo rimangono fondamentalmente insignificanti. Ma dove sono i meriti di Jovic e di Krunic per insistere con simili giocatori? E dove si spera di andare se non si riesce a segnare? Lo dicevamo a inizio stagione: con questa squadra e con le sue idee, o Pioli vince lo scudetto o viene esonerato prima di mangiare il panettone. Siamo molto più vicini alla seconda ipotesi. E forse nemmeno Ibra potrà salvarlo. Da un allenatore a un altro: Garcia è un tecnico commissariato che va avanti alla giornata. Un caso del genere non è nuovo nel calcio italiano. Situazioni simili le abbiamo già viste in passato con presidenti esuberanti come Zamparini o Cellino. Adesso è il turno di De Laurentiis e fintanto che le cose andranno bene come contro l’ultima in classifica non ci saranno problemi. Sinceramente il test con la Salernitana ha significato ben poco per il Napoli e purtroppo non ha dato risposte convincenti nemmeno ad Inzaghi. Una vittoria dovuta per il Napoli, una sconfitta attesa per la Salernitana. L’Inter va avanti come un treno e Garcia è sempre a sette lunghezze dal primo posto continuando una convivenza interna sul filo del rasoio. A proposito di Inter, la recente intervista di Moratti sulla Gazzetta ha riproposto il tema sugli allenatori. L’ex proprietario della società nerazzurra ha liquidato con una battuta semplice semplice l’avventura di Gasperini all’Inter. “Non vinceva”. I moduli interessano poco. L’essenza del discorso è quella. In effetti Gasperini continua a non vincere nulla anche all’Atalanta ma nessuno si permetterebbe di mettere in discussione la sua validità di allenatore. È questione di aspettative e di ambiente. Ritenere di battersi ogni anno per lo scudetto è cosa differente dal poterne vincere uno ogni trent’anni e magari fare bella figura in Europa. È fondamentale stabilire con chiarezza le ambizioni, i programmi e gli obiettivi. Non farlo, induce all’equivoco o alla speculazione. Aspettando la Juve di Allegri o dei suoi assistenti…

Paolo De Paola

 

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