Ci sono buone possibilità che lunedi il Milan si svegli se non primo in classifica quantomeno più vicino alla testa. Gioca in casa contro un’Udinese che è finora l’unica con la Salernitana a non aver mai vinto finora in stagione, mentre l’Inter è a Bergamo e la Juventus è a Firenze.
E dunque è ingiusta speculazione tutto la discussione attorno alla bontà dell’operato di Pioli? Non proprio, perché è ovvio che dal dopo derby il gioco della squadra si è involuto, tornando a esprimersi al meglio solo nel secondo tempo contro la Lazio e nel primo contro il Napoli, così come sono sempre gli stessi gli errori commessi e soprattutto la manovra è regredita alla Leao-dipendenza.
Però non si giustificherebbe tutto l’allarme, questo è vero. E infatti il punto è un altro.
Come fa Pioli a non sentirsi delegittimato, a non esserlo, e a cascata come fa la squadra a non percepirlo così, se a ogni problema la risposta che si manifesta è la calata dal cielo dell’angelo risolutore Ibra? Ovvio il Milan non aumenta direttamente le voci, ma è altrettanto ovvio che non sono campate in aria, e del resto tutto nasce dalla presenza dello svedese a Milanello post derby.
Con molta compostezza tuttavia anche Pioli stesso comincia a tradire una certa distanza dall’argomento in conferenza, e non potrebbe essere altrimenti.
Agli occhi dei giocatori, come pensate che venga vissuto il sapere che quando le cose vanno male ci sia bisogno di uno che aiuti il tuo allenatore perché da solo non ce la fa? E le dichiarazioni e le reazioni fuori luogo nei cambi cominciano a tradire quella mancanza di fiducia.
A proposito di sottovalutazione, attenzione a quanto succede con Osimhen. Il mancato rinnovo è ormai la normalità, ma non può essere certo normalità che sia rimasto ancora in Nigeria (quanto ottimale e tranquillo può essere il recupero lontano da Napoli), ed è assolutamente anormale che uno ambizioso come lui si sia perso la cerimonia del Pallone d’Oro dove ha raggiunto l’ottavo posto.
E’ evidente che i problemi familiari siano piuttosto seri, e più che le beghe contrattuali sono invece proprio quelle le situazioni extracampo che influiscono su testa, infortuni, serenità. Il rischio di depauperare un patrimonio da 120 milioni è grosso, ma a prescindere lo è quello di fare un grave danno alla stagione del Napoli.
Un grave danno alla propria stagione se lo farebbe l’Inter sottovalutando la trasferta di Champions a Salisburgo. Da Bergamo fa acquolina tornare con una vittoria, ma anche un pareggio non sarebbe da disprezzare. Mentre in Austria la vittoria è d’obbligo: non tanto per la qualificazione, che dovrebbe essere a portata di mano, ma per il primo posto, in questo momento in mano alla Real Sociedad per differenza reti, e sapendo che gli spagnoli adesso avranno due partite in casa su tre al contrario dell’Inter, e che se lo stato dell’arte non dovesse variare potranno dunque venire a Milano all’ultima forti di due risultati su tre per conservare il primo posto. Non qualificarsi da testa di serie per l’Inter sarebbe non solo un peccato per il tipo di girone avuto, ma un grosso rischio che può inficiare stagione, incassi e cessioni future dell’Inter: perché in questo momento (ed è probabile che rimanga così) qualificarsi da prima vuol dire incontrare agli Ottavi solo squadre di medio cabotaggio; mentre chi passa da seconda avrebbe come avversari solo squadre non di alto ma di altissimo livello. Il primo posto in Champions è assolutamente una priorità.
Una verità per l’Inter, mentre la Juventus sta andando avanti su una bugia. Generata da Allegri, ma che ne ha motivo per tenere basse le aspettative sulla squadra, ma ciò che è più grave è che sia propagata da parte dei media. Non sta né in cielo né in terra che la Juventus possa ritenersi fautrice di un miracolo se si qualificasse in Champions: ha una squadra competitiva come le altre, per la Champions e per lo scudetto, dunque che sia là è la normalità. Diversamente agli anni passati non sarà la più attrezzata, questo ci sta, ma ha scelte per esempio in attacco che gli altri si sognano: un Milik primo rincalzo né l’Inter né il Milan ce l’hanno, e non gli dispiacerebbe per niente averlo, e questo solo per dirne uno. Allegri giustamente mette le mani avanti come ha sempre fatto, ma gli altri esercitino diritto di critica…
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