Nel lunch match di domenica contro il Frosinone, nella clamorosa rimonta del Cagliari che negli ultimi venticinque minuti ha ribaltato uno 0-3 nel 4-3 finale, Gaetano Oristanio ha realizzato il suo primo gol con la maglia dei sardi. Il giovane centrocampista offensivo classe 2002, di proprietà dell'Inter, è nella squadra di Ranieri da questa estate dopo l'ultimo biennio tra le fila degli olandesi del Volendam.
Sportitalia.com ha intervistato in esclusiva Antonello Cammarota, molto amico del padre di Oristanio e più in generale persona molto vicina al giocatore del Cagliari.
Come è nata questa vostra grande amicizia?
"All'inizio degli anni '90 ho giocato assieme a suo padre nell'Agropoli. Ovviamente in quegli anni Gaetano non era ancora nato, però con suo padre sono sempre rimasto amico. Ma a parte questo, seguo e stimo tanto Gaetano perché rende orgoglioso l'intero territorio del Cilento".
E l'altro ieri si è sbloccato in campionato.
"Ha rotto il ghiaccio, ma già in altre occasioni era andato vicinissimo al gol, si è sempre fatto trovare pronto. Domenica è stato il suo gol a svoltare la partita, e nel finale ha avuto anche un'altra occasione".
Che ragazzo è Oristanio?
"È rimasto tale e quale a quando era piccolo: forte e soprattutto umile. Pensa solo a giocare a calcio, se ci fai caso non usa mai Facebook e quasi mai Instagram. È concentrato solo nel calcio che è diventato il suo lavoro, probabilmente non sa nemmeno quanto guadagna esattamente alla fine del mese (ride, ndr). Altra sua dote è l'altruismo, e si visto proprio domenica quando, dopo aver fatto settanta metri con la palla, poteva concludere a rete e invece ha provato a far segnare il suo compagno di squadra".
Quanto importanti sono state le due stagioni in Olanda?
"Più che importanti, direi fondamentali: si è strutturato fisicamente ed è diventato un vero e proprio "tuttocampista", un centrocampista offensivo che attacca e difende, quello che oggi chiedono tutti gli allenatori in questo calcio moderno. Inoltre ha giocato con continuità, cosa altrettanto fondamentale. Il periodo al Volendam è stato la sua svolta".
Prima ancora invece era nel vivaio dell'Inter. Cosa ricorda del suo approdo in nerazzurro?
"Giocava nella Peluso Academy e aveva tredici anni. L'Inter lo stava seguendo da tanto tempo ma per portarlo a Milano, nel 2016, dovette aggiudicarsi una vera e propria asta. Gaetano interessava a diversi club, pensa che quando era bambino giocava già con quelli di tre-quattro anni più grandi di lui e faceva la differenza. Poi nel settore giovanile dell'Inter ha mantenuto le promesse".
Chissà, magari il prossimo anno potrebbe tornare stabilmente nella rosa di Inzaghi.
"È normale che lui aspiri a giocare nell'Inter. Ma se anche non dovesse succedere, Gaetano è pronto per andare nel caso in qualsiasi altra squadra importante. Per me potrebbe giocare tranquillamente anche in Premier League. Come caratteristiche tecnico/tattiche lo vedo simile a un De Bruyne".
Un aneddoto o un momento particolare di Oristianio?
"Capitato proprio dieci giorni fa in occasione di Salernitana-Cagliari. Noi tutti della sua zona eravamo andati all'Arechi per vederlo dal vivo, credo fossimo in curva cento persone. Alla fine della partita Gaetano ci viene a salutare, ma aveva la testa bassa perché si vergognava di quanta gente fosse venuta allo stadio per lui, come a dire "Ma siete in così tanti per me?!". Questo per farti capire la sua umiltà, che è la qualità che lo ha sempre contraddistinto".
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