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Categories: Editoriale Calcio

Ecco i magnifici dieci allenatori della serie A. Non ci sono Allegri, Sarri e Garcia

Tutto il calcio ruota attorno a loro. Sono provvisori per natura, possono diventare imperatori o bidoni nel giro di una stagione. Sono gli allenatori con i quali amiamo divertirci o arrabbiarci. Ma qual è l’attuale (e ribadisco attuale) classifica dei migliori dieci tecnici del nostro campionato? Senza prenderci troppo sul serio, ma con un minimo di ragionamento proviamo a stilarne una con pregi (soprattutto) e difetti (qualcuno), sicuri di suscitare pareri diversi. Ovviamente è escluso il ct della Nazionale, Luciano Spalletti che va considerato come un capo fila e quindi il migliore per distacco. 

1) Al primo posto c’è Pioli del Milan. Ha la migliore idea di calcio propositivo, ma spesso risulta lacunoso su fase difensiva e preparazione. È molto coraggioso nell’imporre un gioco d’attacco che coinvolge tutta la squadra con tagli, uno-due, allargamento sulle fasce. Bene nel pressing alto. A volte i suoi sforzi vengono delusi da interpreti lacunosi come Leao, Thiaw, Krunic e Calabria. Sbaglia a non adattarsi a queste mancanze modificando in corsa. Quando riuscirà a portare tutti sullo stesso livello potrà dire la sua in maniera compiuta. 

2) Gasperini non può non essere apprezzato per la qualità dei suoi cambiamenti. Non ha vinto nulla con l’Atalanta e quando ne ha avuto la possibilità, con l’Inter, ha fallito l’appuntamento con una grande. Resta però fra i più interessanti per le variazioni nella qualità degli allenamenti e per le soluzioni alternative che riesce ad adattare a giocatori spesso diversi in ogni stagione. Non è simpatico e non è carismatico, ma è un grande lavoratore e si misura con tutti soprattutto su questo terreno. 

3) Inzaghi vive in un paradosso: ha il miglior pregio nel carattere mite, ma è anche il suo peggior difetto. L’accusa principale è che abbia accumulato più rimpianti che successi. Sfiora lo scudetto, sfiora la Champions. Potrebbe essere considerato un magnifico perdente eppure è lì che non perde mai il filo del discorso e del piccolo miglioramento. Un mattoncino alla volta è riuscito a costruire un’Inter che non sembra avere punti deboli. Avesse la grinta di Conte forse avrebbe già vinto cose importanti, ma la sua qualità è la costanza che gli ha fatto conseguire considerazione e stima. Tutto però potrebbe cambiare se non dovesse arrivare un trofeo significativo che lo consacri.

4) Mourinho non lo scopriamo oggi. Non ha nulla da dimostrare a nessuno perciò sorprende la volontà di ferro che mostra davanti a qualsiasi sfida. Sta riuscendo a trasformare in squadra dei giocatori presi quasi per caso o per intercessione dello stesso allenatore. Sì, è vero, risulta antipatico a tutti i suoi avversari però nessuno riesce a farsi amare come lui dall’ambiente in cui si immerge. È carismatico e capace perché quando non sa che fare mette la squadra a testuggine romana e lancia il pallone per il suo gladiatore. Qualcosa di buono la combina sempre.

5) Palladino sta mostrando cose egregie con il Monza. Ha sorpreso soprattutto per la rapidità con cui è riuscito a calarsi in una realtà competitiva ribaltando una squadra ereditata in corsa. Paulo Sousa (prima di essere silurato) lo aveva eletto come un innovatore per le idee diverse che portava nel calcio. Sempre alla ricerca di soluzioni intelligenti per occupare spazio e profondità risulta molto aggiornato è sempre proteso verso il cambiamento. Quando tutti i giocatori di una formazione migliorano c’è sempre la mano di un tecnico che riesce ad esaltarne le doti.

6) Italiano se riuscirà a mantenere i piedi saldi per terra evitando di considerare sempre un’impresa ciò che sta facendo la Fiorentina potrà approdare al successo. Il miglior allenatore è quello che non esulta, che si mostra abituato a vincere e che non stressa continuamente la squadra chiedendogli l’eccezionale. Italiano ha buone idee e si aggiorna ma non può combattere ogni volta la partita della vita.

7) Thiago Motta è un allenatore che ha vinto tanto da giocatore e si vede. Ha calma e ha carisma. Sa anche cambiare le partite in corsa. Il suo Bologna è bello a vedersi ma a volte si concede pause di gestione che appartengono alle grandi squadre. Il Bologna potrà diventarlo ma adesso è fondamentale correre. 

8) Gilardino è una delle più belle sorprese di questa stagione. Le vittorie del suo Genoa su Lazio e Roma e il pareggio col Napoli rappresentano la volontà di una squadra che non punta esclusivamente alla salvezza ma che vuole dire qualcosa in più in questo campionato. E Gilardino ci sembra l’uomo giusto per assecondare queste ambizioni. 

9) D’Aversa sta davvero accendendo gli animi a Lecce. Ha messo in campo una squadra tecnica, veloce e soprattutto sempre vogliosa di far gioco contro chiunque andando continuamente ad attaccare alta. Si spiegano così i successi su Lazio e Genoa e i pareggi con Monza e Sassuolo. 

10) Il Frosinone di Eusebio Di Francesco è un’altra bella realtà del campionato. Una squadra che sa soffrire senza mai rinunciare a colpire. Di Francesco sta vivendo una seconda giovinezza con i ciociari e ha saputo attendere con umiltà e aggiornamento il momento buono per rilanciarsi.

Paolo De Paola

 

Redazione

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