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Perché i fischietti per Lukaku sono una scelta saggia, e perché vietarli è un suicidio

Scegliere di manifestare il proprio dissenso allo stadio, nei confini della civiltà, è sacrosanto. Aggiungiamo che il tifo contro nel calcio è una componente ineluttabile: ora, non significa che debba essere la base del calcio, ma via non facciamo gli ipocriti: immaginatevi cosa sarebbe andare allo stadio senza “chi non salta interista/milanista/juventino/romanista è” etc., senza i cori da rivale, senza i fischi per gli avversari. Poi ci sono i cori d’insulto, e vabbè, non esattamente eleganti, ma che alla fine rimangono un colore volgare ma accettabile finché rimangono insulto generico e non scadono nella discriminazione, quella sì inammissibile a prescindere, o nella crudeltà.

E’ per questo che i 50mila fischietti scelti dalla Curva Nord interista per accogliere il ritorno del ‘grande traditore’ (dal punto di vista interista) Lukaku sono sacrosanti.

Attenzione, nota molto bene, e per essere sicuro che il messaggio non sia traviato lo riporto in maiuscolo a scanso di equivoci: NON STO DICENDO CHE SIA GIUSTO FISCHIARE LUKAKU.

Ovviamente no.

Ma qualora la tifoseria interista voglia esprimere la propria critica e protesta – e mi sembra piuttosto evidente che lo voglia, come molto normalmente fa qualsiasi tifoseria nei confronti di un ex che ha lasciato amaramente, figuriamoci poi con la giravolta storica operata da Lukaku – ecco che farlo attraverso i 50mila fischietti è la cosa davvero più civile che sia.

Nessun ‘figlio di’ o similari. E soprattutto, che è inutile negarcelo è il rischio più grande, un escamotage utile anche a evitare il rischio che qualcuno si permetta di pronunciare cori razzistici.

La Curva Nord in tal senso ha espresso già un comunicato esplicito nel dire che si eviteranno cori di discriminazione razziale. Ma poi tra la teoria e la pratica c’è una distanza, e soprattutto su 70mila spettatori basta che anche 500 si rendano colpevoli di insulti razzistici e viene giù tutto.

Il fischietto invece è molto prosaicamente anche un mezzo per tappare la bocca a chi avesse la malsana idea di gridare ululati razzistici, così eventualmente da veicolare una fischiata unica che annulli ogni pericolo e reprima alla base il rischio.

E francamente, è anche la più giocosa: cioè qualcuno sta davvero sostenendo che non si possa fischiare un rivale e sta anche mantenendo una faccia credibile mentre lo dice?

La Questura ha fatto sapere che non sarà consentita la distribuzione di fischietti: un atto dovuto nel momento in cui si tocca l’ordine pubblico.

Notate il dettaglio: una cosa è proibire la distribuzione, altra cosa è dire che sia proibito introdurre fischietti allo stadio, e quello non è stato detto e infatti non sarà proibito.

Probabilmente la curva interista ha anche sbagliato nel ribadire ancora e ancora che avrebbe sistematicamente distribuito i fischietti.

Ma detto ciò, quando durante Inter-Roma si sentirà la fischiata massiccia e sistematica – non so se di 50mila fischietti, ma sicuramente di alcune decine di migliaia – sarebbe un suicidio da parte delle autorità o della terna arbitrale richiedere la sospensione della partita.

Detto che è esattamente il tipo di protesta civile che fu adottata degli interisti nei confronti di Ronaldo quando tornò da avversario nel 2007 con la maglia del Milan, e che consentì il regolare svolgimento della partita tanto da permettere a Ronaldo di segnare e al Milan di passare in vantaggio; allo stesso tempo come detto è una assolutamente civile e corretta maniera di esprimere il dissenso, ed è oggettivamente un utile mezzo per evitare cori beceri.

Davvero, se a qualcuno venisse la bella idea di vietarlo, sarebbe un irresponsabile suicidio comunicativo.

P.S.

Evitabile postilla, ma conoscendo la comunicazione nel 2023 ahimè necessaria. Dedicato ai “Ah ma allora perché era ingiusto fischiare Donnarumma con la Nazionale?”.

Sembra assurdo doverlo specificare, ma questa è oggi la realtà, e anche qui a scanso di equivoci ricorrerò alle maiuscole: perché DONNARUMMA GIOCAVA CON LA NAZIONALE! Puoi non volerlo tifare per carità, ma fischiare il tuo ex giocatore di club quando è con la Nazionale, portando appunto interessi di bottega quando gioca l’Italia, è da idioti.

Ovviamente, per Milan-PSG i milanisti avranno tutto il diritto e la ragione dal loro punto di vista di criticare e tifare contro Donnarumma quanto e come vorranno – e anzi, forse anche il quel caso sarebbe un mezzo intelligente la fischiata generale, perché vedrete che l’insulto sarà sistematico. Per quanto, tuttavia, anche quello parte della dialettica da stadio (ovvio, finché rimane entro certo limiti, magari limiti volgari ma non criminali).

Redazione

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