Bisognava vincere, e vittoria è stata. Un Napoli non bello ma efficace si è preso l’attenzione dei riflettori davanti a un Union Berlino inerme per nona volta consecutiva. Pugno duro di Garcia e scelte iniziali per molti azzardate, ma a conti fatti e con i tre punti messi in cassaforte lasciare spazio alle riflessioni risulta senza dubbio più semplice. La scelta di impiegare Raspadori dal 1’ lasciando Simeone in panchina si è rivelata essenziale per portare alle pendici del Vesuvio un successo determinate sotto diversi punti di vista.
Garcia riprende in mani le redini del suo Napoli
Questo Napoli ritrova la fiducia che è apparentemente mancata in un avvio di stagione altalenante. Garcia riprende in mano le redini della sua squadra e le tiene strette siglando due successi in tre giorni. Se la prestazione degli azzurri contro il Verona tra i confini nazionali è stata pressoché perfetta, lo stesso non si può dire per la notte di Champions a Berlino.
Qualche rischio di troppo in un primo tempo in cui la scena è stata quasi prettamente occupata dai padroni di casa, con il Napoli che è riuscito ad arginare a intermittenza il pericolo tedesco.
Il copione cambia nella ripresa quando un ormai ritrovato Kvaratskhelia ispira Raspadori che incide il suo nome sul tabellino dei marcatori, bianco fino a quel momento.
Tre punti d’oro, per il morale e per la classifica. Secondo posto alle spalle solo del Real Madrid e gli ottavi di finale sempre più vicini.
I campioni d’Italia riescono a fare a meno di Victor Osimhen, si reinventano e spolverano le scarpette d’oro di chi, come Kvara, torna a vestire i panni di quel fenomeno che lo scorso anno ha sorpreso tutta la nazione.