Nel Lecce dei miracoli di questo inizio di stagione, sono tanti i talenti scoperti da Corvino che ora si stanno esprimendo con sempre più brillantezza sotto il comando di D'Aversa. Uno di questi è Rafia: nonostante fosse al suo primo anno in Serie A e arrivasse da un doppio salto di categoria, dalla Serie C giocata lo scorso anno a Pescara, il centrocampista tunisino ha preso in mano le chiavi del centrocampo sfornando prestazioni di alto livello.
L'agente del giocatore, Yvan Le Mée dell'agenzia Sport Profile, è intervenuto a SPORTITALIA per parlare di lui e del grande percorso fatto per arrivare a questi risultati.
Come giudica l'impatto di Rafia in Serie A?
"Hamza ha fatto molto bene in questo inizio di stagione e prima nella preparazione estiva. Ha convinto tutti, facendo bene in quasi tutte le partite che ha giocato. Ha dimostrato di essere un giocatore completo, capace di fare sia la fase difensiva che offensiva. Ha maturità tattica e tecnica e soprattutto dimostra di saper giocare per la squadra".
Era questo che gli si chiedeva?
"Sì, conosciamo tutti la sua qualità tecnica, di alto livello. Oggi dimostra anche in Serie A che è un giocatore di squadra: ha imparato tutti i movimenti che deve fare per aiutare i compagni anche in marcatura e percorrendo tanti chilometri ogni partita. Penso che chi guarda il calcio attendesse di vedere se avrebbe fatto questo salto in Serie A: da giocatore bravo tecnicamente, ad uno capace di fare tutto. Lo sta facendo".
Le risulta che i grandi club italiani stiano seguendo la sua crescita?
"Dai settori giovanili in Francia, Rafia è stato considerato un giocatore di grande talento e prospettiva. Sappiamo che in Italia debba fare un percorso diverso. E' partito dal basso per arrivare in alto. Un modello differente da Ligue 1 o Bundesliga, dove i giovani vengono lanciati molto presto. Le società importanti in Italia conoscevano le sue abilità, oggi hanno la controprova del fatto che abbia trasferito il suo talento sul terreno di gioco per fare prestazioni di alto livello in massima serie. E con una bella squadra: il Lecce è un club che gioca un bel calcio, con una propria idea di gioco. Tutti in campo sanno cosa devono fare. In un contesto simile è più semplice per lui esprimersi al meglio".
Ha avuto coraggio a lasciare la Juventus, per mettersi in gioco al Pescara: ci racconta questa scelta?
"Lasciare una società come la Juventus, una delle più importanti del mondo, è sempre difficile. Avevamo la possibilità di andare in Serie B, a gennaio. Abbiamo fatto la scelta di andare in Serie C perché il Pescara ha mostrato grandissimo interesse per averlo. Ringraziamo ancora una volta il Presidente Sebastiani ed il direttore Delli Cari che hanno fatto un grande sforzo, una prova d'amore al giocatore per prenderlo".
Come è cresciuto a Pescara?
"Sono stati importanti gli allenatori: prima Colombo e poi Zeman hanno fatto un grande lavoro con lui. Zdenek in particolare gli ha cambiato posizione, da centrocampista offensivo a mezzala, dove ha giocato alla grande crescendo molto".
Era convinto di tornare subito in Serie A?
"Sapevamo che fosse difficile, ma era il suo obiettivo. In Serie C ha fatto il fenomeno, questa estate avevamo tutte le squadre di B che lo volevano prendere. Però poi è arrivato il Lecce, che aveva grande motivazione nel volerlo, ed è stato facile scegliere in base a questo, esattamente come fatto per il Pescara. Hanno dimostrato di volerlo fortemente è c'è un allenatore che conosce bene il ragazzo. Oltre ad esserci Corvino, che con la sua esperienza sa scegliere prima certi giocatori e valorizzarli".
Pensa che la Juventus possa ragionare sul fatto di riprenderlo, se continuasse così, come qualcuno ha ipotizzato negli scorsi mesi?
"La Juve è contenta di vedere la crescita avuta dal ragazzo. Nella società bianconera mi hanno sempre detto che, anche se da loro non aveva trovato spazio, conoscevano bene la qualità del giocatore. Oggi sono dunque felici di vederlo mentre si realizza, domenica dopo domenica. Certo, non c'è nessuna opzione di contro-riscatto: oggi è del Lecce e basta. Ma sono certo che i bianconeri continueranno a seguirlo, perché c'era un bel rapporto, così come seguiranno tanti loro ex giocatori".
Aveva altre offerte in estate?
"Offerte ne sono arrivate dalla Francia, ma lui voleva restare in Italia. C'erano anche altre due squadre di Serie A su di lui, le quali però non hanno dato la dimostrazione di interesse manifestata dal Lecce. I giallorossi avevano il progetto migliore, con le altre ci sono stati solo abboccamenti e discorsi. Era la scelta giusta".
Lecce è il posto giuso dove esplodere ed affermarsi?
"Sì, è il posto giusto. Una società che è come una famiglia, che vuole bene ai propri ragazzi, che lavora tanto. Fra allenatore, direttore sportivo e Presidente poi, c'è un alto livello di competenza e conoscenza del calcio. Ci sono tanti stranieri, Rafia è uno di quelli che da più anni si trova in Italia e parla bene l'Italiano, risultando essere un uomo squadra. Fa da collante anche con i nuovi arrivati che magari non parlano bene la lingua. E' molto contento di essere dentro a questo progetto".
A che punto è nel proprio percorso Bonny, al Parma?
"Ha fatto due anni di grande lavoro con il Parma per arrivare al livello in cui si trova oggi. In allenamento è sempre stato fra quelli che hanno dato il 100%, ha lavorato fortissimo con l'obiettivo di arrivare a giocare in partite ufficiali. Ha solo 19 anni, è difficile trovare ragazzi della sua età che giocano titolari in Italia. Sta facendo belle cose, sente la fiducia di Pecchia e della società".
Che margini di miglioramento ha?
"E' un attaccante moderno, ha tante qualità: tecniche, fisiche, di movimento e velocità. Fa un grande lavoro, da punta moderna, che sta aiutando la squadra a fare risultato. Poco a poco sta arrivando alla piena maturità. Credo che si trovino pochi giocatori con questa prospettiva nel Belpaese, con una società molto seria che vuole tornare in A. Gli piace avere responsabilità. Il lavoro paga sempre, lui ha lavorato tanto per arrivare a questo livello, facendo tanti sacrifici. Lo spazio che ha oggi è la ricompensa che meritava. Per uno come lui sentire la fiducia è il massimo, per esprimersi".
Adopo ha fatto la scelta migliore, andando all'Atalanta?
"Abbiamo fatto la scelta giusta ad andare all'Atalanta: una società ambiziosa, grande, che ha obiettivi importanti. Sicuramente si tratta di un salto importante, in un club storico. Ha fatto molto bene il ritiro, la società è contenta del suo atteggiamento e della sua motivazione. Ha avuto uno stop di poco più di due settimane, questo non gli ha permesso di arrivare al 100% all'inizio del campionato. Oggi lavora, pedala per tornare al massimo: vuole essere al proprio picco dal punto di vista fisico. Ha sempre fatto bene quando ha giocato, l'Atalanta è contenta. I nerazzurri hanno un centrocampo di alto livello, come sempre negli ultimi anni: non sarà facile avere il posto, servirà pazienza, forza e coraggio. Sicuramente ha scelto bene".