Ridateci il campo, per favore. Difficilmente si ricordano due settimane di sosta tanto dilanianti per il mondo del calcio italiano, e non solo, come quelle che sono coincise con l'ultima pausa per le Nazionali. Ci eravamo lasciati una settimana fa con l'intervista di Fabrizio Corona a Sportitalia nella quale anticipava le prime evoluzioni dell'inchiesta, e ci ritroviamo a sette giorni di distanza ad avere a che fare con gli effetti del lavoro parallelo svolto dalla Procura di Torino. Si parte con l'ufficialità della squalifica a Fagioli, il ragazzo che verrà suo malgrado ricordato come quello da cui è partito l'ultimo feroce scossone rivolto al nostro movimento calcistico. E si prosegue con i resoconti degli interrogatori forniti dagli altri iscritti al registro degli indagati che non possono non spingere a delle riflessioni approfondite. Per quanto emerso sino a questo momento, la posizione più critica è quella di Sandro Tonali. Il centrocampista del Newcastle avrebbe infatti ammesso non solo le giocate sul calcio, ma anche quelle sulle squadre in cui militava. Una discriminante che esprime totale incongruenza con lo spirito che ha certamente spinto, a suo tempo, lo stesso Tonali ad intraprendere la carriera di calciatore. A parere di chi scrive, chiunque si sia reso protagonista di scommesse sulla propria squadra, non merita alcun genere di attenuante. Che sia una scommessa a vincere, che si sia scommesso su una partita nella quale non si era disponibili, viene meno totalmente la credibilità passata, presente e soprattutto futura del professionista in questione. Così come è oggettivamente rivedibile il concetto di “ludopatia” estratto ad uso e consumo di chi viene scoperto con le mani nella marmellata, esattamente come quello di “autodenuncia” che per quanto parte della prassi per la ricerca di attenuare l'inevitabile pena, avrebbe senso compiuto soltanto se avvenisse prima di essere stati colti sul fatto. Ogni approfondimento a livello etico, lascia il tempo che trova. Serve il pugno di ferro nei confronti di chi ha affidato anche solo in parte, i sogni di tutti i propri weekend da tifosi a situazioni (da comprovare) come quelle descritte nelle righe precedenti. Così come dal lato opposto servono le prove, rispetto alle situazioni di altri professionisti inseriti nel tritacarne senza averne nessuna colpa.
Ed allora, turandoci il naso, cerchiamo di tornare a recuperare l'entusiasmo che ci stava garantendo questo avvio di campionato, tenendo presenti gli stravolgimenti minacciati e non mantenuti dalle evoluzioni dei fatti come nel caso del Napoli.
Rudi Garcia si accosta alla gara contro l'Hellas Verona con una spada di Damocle sulla testa. E' la prima delle tre gare identificate dalla cronaca come quelle decisive affinché il tecnico dei partenopei possa mantenere saldo il proprio posto sulla panchina dei Campioni d'Italia. Il tutto dopo essere stato inequivocabilmente delegittimato da intenzioni, parole ed azioni del suo Presidente Aurelio De Laurentiis. Una sorte che sembra segnata e soprattutto destinata alla sua evoluzione più drastica ed irrimediabile al primo passo falso. Anche al netto delle ultime dichiarazioni del massimo dirigente partenopeo, per il quale condividiamo la possibilità mai realmente profonda di arrivare a Conte, ma certamente non l'accusa di clima infuocato quando la miccia non è stata certamente accesa dagli addetti ai lavori. Esattamente come in relazione al rinnovo di Osimhen, dato per fatto molto (troppo) presto ed ora per stessa ammissione di De Laurentiis decisamente in alto mare. Gli indizi, dalla querelle tiktok ai segnali di nervosismo per le scelte tecniche dell'allenatore, alla decina di incontri estivi privi di firma, non erano mancati.
Interessante il doppio incrocio sull'A4 tra le due squadre di Milano e quelle di Torino. Da una parte un big match tra Milan e Juventus ricco di assenze e che dovrà dare riscontro concreto sull'attendibilità bianconera ai massimi livelli. Sì, perchè i rossoneri per meriti acquisiti sul campo possono permettersi ogni genere di risultato tra le mura amiche, mentre la squadra di Max Allegri deve dare segnale quantomeno di quella solidità che solitamente contraddistingue le squadre che possono lottare per il vertice. Per lo spettacolo, lo abbiamo capito, rivolgersi ad altre squadre.