I guai, si sa, non arrivano mai da soli. Il momento del Napoli è difficile anche per questo. Non bastava il problema allenatore, perché di problema ancora si tratta, ci mancava pure l’infortunio di Osimhen. Caos chiama caos. È sempre così. È la legge d’attrazione. Perché la sensazione è che in casa azzurra si tiri un po’ a campare. Della serie prima vediamo quello che succede con Verona, Union Berlino e Milan e poi capiamo il da farsi.
Quel che è certo è che Rudi Garcia continua ad essere un uomo solo nonostante la presenza fissa a Castelvolturno di De Laurentiis. Anzi proprio la marcatura a uomo del presidente azzurro nei confronti del suo allenatore deve far riflettere. Perché presenza non è sinonimo di fiducia. È diritto di un presidente stare vicino alla squadra in un momento complicato, ma è inutile nascondere che Adl sia stato lì per capire il lavoro di Garcia dopo che ha provato a cacciarlo. Perché poi di questo si tratta. De Laurentiis si è pentito della scelta iniziale, il tentativo con Conte l’ha fatto, gli è andata male, e allora ha ripiegato sulla fiducia a termine per il tecnico francese.
Queste cose non portano mai grandi risultati per diversi motivi. Perché l’allenatore, soprattutto dopo le parole dei giorni scorsi, si sente totalmente sfiduciato e deve per forza rivedere le sue idee e perché ai giocatori viene dato un alibi. Quindi se le cose andranno male la colpa sarà sempre di Garcia. L’ex Roma proverà a ripartire sommerso da una pressione incredibile e senza il suo giocatore migliore che quando arriva l’autunno si ferma sempre o quasi. Ennesimo infortunio per Osimhen in questo periodo. Out un mese e tanti saluti al trittico della verità. Detto questo, il Napoli ha comunque tempo per recuperare, ma se le cose non andranno bene cosa farà De Laurentiis? Riproverà con Conte o virerà sulle alternative Tudor e Gallardo? Ma se quelle alternative non l’hanno convinto adesso come faranno a convincerlo dopo?