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Scommesse e casinò: un problema sociale non del calcio. Gli errori del Governo, una FIGC allo sbando, regole vecchie e inchieste mediatiche sempre più pericolose

Devo provare a scrivere qualcosa di intelligente altrimenti vi faccio perdere 10 minuti a rileggere cose che hanno scritto tutti e ripetersi non avrebbe senso. Finora, su questo tema, non ho scritto una virgola e neanche detto una parola. Per fortuna le trasmissioni di giovedì e venerdì le avevo saltate per un piccolo problema di salute che dovevo risolvere. Stasera torno in tv. Andiamo per gradi: quando le inchieste passano dalla Procura della Repubblica alla Procura Federale a siti e social in meno di un giorno significa che queste non diventano più inchieste ma talk televisivi basati sulla confusione. Non faccio quello che prende le distanze da Corona perché è uscito da poco dal carcere o perché non può fare il giornalista. Lui, giustamente, pensa a fare le inchieste a modo suo, tratta gli informatori come decide lui e dopo 10 anni di problemi se cavalca un’onda mediatica fa bene, a maggior ragione se quello che ha detto 3 mesi prima poi si realizza. Se va in Rai a prendersi 30 mila euro per un’ospitata non sono problemi nostri ma della Rai e se la polizia interviene in anticipo perché ormai Corona sta per spifferare tutto, il problema è della polizia e non di Corona. Non entriamo nel falso problema, sarebbe una distrazione inutile. Corona spara e se le becca avrà vinto lui. Primo errore è del Governo: il boom dei siti illegali, legati a scommesse e casinò, è dovuto alla follia dei 5 stelle che per vestirsi da paladini della giustizia hanno valorizzato la criminalità organizzata. Chi legge deve conoscere la differenza tra i .it e i .com, quando si parla di sito di scommesse. I .com sono quelli dove calciatori e malavita giocano quanto vogliono. Anche scommesse da 100 mila euro a botta. Se non oltre. Il Sig. Di Maio, con il decreto dignità, ha penalizzato tutti i .it ovvero i siti legali dove per giocare devi mettere carta di identità, conto corrente, tutti i dati anagrafici e se giochi più di una certa cifra non puoi andare. Sei controllato e partono gli allarmi. I calciatori non potrebbero mai giocare seriamente sui siti legali perché potrebbero muovere pochi soldi e non avrebbe senso rischiare per 3-5 mila euro. Il decreto dignità ha colpito i siti che pagano tasse al Governo e ha fatto un assist clamoroso ai .com. Questa vicenda deve far riflettere il Governo Meloni, abolendo il decreto dignità, e facendo un controllo a tappeto su siti sportivi illegali, pirateria e controllo su quei .com che oggi sfociano nel riciclaggio. Detto questo, possiamo fare i nomi di Fagioli, Tonali, Zaniolo, Bonucci e metterci dentro altri 50 calciatori ma è inutile sparare sui singoli perché questo problema è comune. Volgarmente potremmo dire, con quasi certezza, che l’80% dei calciatori scommette e si distrugge sui casinò online. Lo sappiamo da tempo ma se non arrivano prove che queste scommesse abbiano influenzato i risultati del campo dobbiamo cambiare informazione perché qui di calcio scommesse ci sarebbe poco e sarebbe “solo” una malattia di giovani calciatori annoiati che si allenano 2 ore, 3 al massimo se aggiungiamo la palestra, e poi non avendo nulla da fare giocano per ore anche quello che non hanno sui conti. E’ una malattia e ci dispiace. E’ un problema generazionale che non riguarda solo i calciatori famosi e ricchi. Non ci scandalizziamo di fronte a queste notizie, come non scandalizziamoci se domani esce una nuova inchiesta sui calciatori che nei ritiri fanno arrivare le donne in base alle città che li ospitano o che la domenica sera in discoteca si fanno i palloncini ad elio. Cosa significa? Per evitare le droghe rintracciabili nel sangue e ovviamente non cadere nella trappola del doping, trovano sollievo con l’elio dei palloncini che per qualche minuto ti stordiscono. Stiamo parlando di ragazzini stupidi e viziati. Annoiati dalla vita che a 20 anni, spesso, hanno tutto ma che a 30 perdono quasi tutto. Il papà di Fagioli ha rilasciato delle dichiarazioni da brividi: “A cosa servono i procuratori se non ci sono quando servono?”. Il Signor Fagioli confonde la figura del padre con quella del procuratore. Un agente non deve fare da papà ma deve curare gli interessi del suo assistito e non le sue malattie. Probabilmente in fase di educazione ci doveva pensare la famiglia e non un procuratore che viene cambiato dal calciatore in base ai capricci del ragazzino. Il papà di Fagioli ha detto “non vedo mio figlio da domenica” bene forse il problema è questo se un padre non vede il figlio per 6 giorni nella settimana più difficile della sua vita. C’è anche un problema di regolamento federale. La Figc dovrebbe avere delle regole più stringenti e dovrebbe aggiornare tempi e tipologia di squalifiche. I controlli sono pochi e alla carlona. In questo schifo generale la cosa più pericolosa è la caccia al prossimo nome. Finti giornalisti che per fare due click mettono le iniziali delle persone e sono liberi di fare quello che vogliono alludendo all’uno o all’altro. Sembra una corsa a chi viene a conoscenza del prossimo nome. Da giovedì mi hanno mandato documenti, false comunicazioni e mille vocali. Sportitalia non ha preso parte a questo triste teatrino perché con la vita delle persone non si gioca a indovinello. Ci siamo limitati a sentire Corona perché è lui l’artefice e il megafono di questo caos. E andare alla fonte è la cosa migliore. Anche se Corona non ti piace, anche se Corona non viene considerato un giornalista. Il tifoso, però, i fatti li deve conoscere. Se Zaniolo ha giocato sulla Roma allora deve essere squalificato a vita ma se Zaniolo si è giocato un milione al casinò, ci dispiace per lui, ma non è un problema nostro. Se Fagioli quando era a Cremona si è giocato il 2 del Chelsea e la X nel Burkina Faso, dovrà essere squalificato perché da regolamento non poteva ma sicuramente non possiamo dire che abbiamo assistito a partite falsate. Finora questi sono gli elementi e su questi scriviamo l’editoriale. Se domani uscirà altro, ci aggiorneremo la sera in diretta tv. Ricordandoci che noi facciamo informazione e non siamo la Procura della Repubblica o la Procura Federale. Ma, cosa più importante, non è nostra intenzione sparare nomi a caso. I malati ludopatici ci sono anche nel calcio. E’ una notizia? Forse. La verità è una: ad oggi quasi tutti scommettono o giocano al casinò. On line o nei punti fisici. Il problema è seguire le regole del gioco e farlo sui siti legali dove c’è massimo controllo. Le società non possono essere considerate responsabili. Altra normativa da cambiare. Se un mio giocatore gioca dal suo telefonino, io faccio la società e non il detective 007 che deve controllare 35 telefonini anche perché subentrerebbe un altro reato: la violazione della privacy. 

Redazione

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