Non giriamoci intorno, ché siamo già in un altro stadio evolutivo del nuovo scandalo del calcio. A proposito, come lo chiamiamo: Scommessopoli 3? Bollettagate? Forse Betting Nero.
Dicevo non giriamoci intorno: ci siamo già dentro fino al collo, non può essere altrimenti se la Digos va a interrogare Tonali e Zaniolo a Coverciano. E non appellatevi alla morbosità che uccide il calcio: lo scandalo c’è a prescindere dall’attenzione, le indagini pure, le notizie vanno sempre a ruota. E a proposito: noi stessi stiamo ricevendo dai lettori quel tipo di attenzioni come solo durante il calciomercato, a dimostrazione che il pubblico vuole sapere e capire, e mi pare anche abbastanza ovvio sia così.
E nemmeno prendetevela con Corona: non è lui che ha dato adito all’inchiesta, lui è solo molto informato ed evidentemente ha anticipazioni che nessun altro ha. E’ il dito che indica la luna: sarebbe assurdo concentrarsi sul dito solo perché giudichiate volgare l’unghia.
Il dato di fatto è che se c’è una inchiesta che va avanti da agosto, e riteneva ancora di non intervenire su Zaniolo e Tonali salvo farlo in fretta e furia per non farsi bruciare dalle anticipazioni di Corona, ebbene significa che la magistratura ha molti più nomi su cui sta svolgendo accertamenti sottotraccia. E se tanto mi dà tanto, a naso, non devono essere nomi banali del mondo del calcio, e a macchia d’olio su tutta la Serie A.
Dato per assodato che questo avverrà, dunque dopo come ci si comporta?
C’è – finora, sottolineiamo – la differenza sostanziale con i precedenti scandali: lì si scommetteva e si organizzava lo svolgimento delle partite, il più grave dei reati; qua invece c’è solo lo scommettere sul proprio sport (finora almeno), da vedere se qualcuno abbia davvero scommesso sull’essere ammonito etc.
Una violazione certo, ma ben più venale rispetto ad aggiustare l’esito. Dunque, come si procede?
Perché se riguarda una cinquantina di giocatori, rischia davvero di uccidere il calcio.
E non solo: in linea teorica, scatta la responsabilità oggettiva del club di appartenenza. La retrocessone è solo la peggiore delle ipotesi, dovrebbe più che altro trattarsi di punti di penalizzazione.
Sì ma quanti? Quanti mesi e quanti punti? Se andiamo davvero nella natura e nella concretezza della violazione, ha senso applicare pene dure? Senza fare esempi concreti ché sennò qualcuno si offende, ma reati amministrativi ben più gravi che hanno influito sull’esito di campionati, sono valsi alla fine solo un pugno di punti di penalizzazione. Dunque?
Qua si tratta di violazione ma parrebbe senza nessun influenza sull’esito sportivo (ripeto, per ora).
Non avrebbe senso andare oltre i 3 mesi di squalifica per il singolo giocatore. E sulla squadra eventualmente ignara, sarebbe già sensato 1 punto di penalizzazione per ogni giocatore coinvolto, da scontare nel campionato in corso. Dice: ah ma la giustizia?
Si deve applicare la legge. Ma si deve applicare anche il buonsenso per capire la natura delle cose.