Ormai è chiaro, nonostante i tweet di incoraggiamento del presidente De Laurentiis, il Napoli di Garcia non è quello di Spalletti. Differenza abissale tra gli azzurri scudettati e quelli presentatisi ai nastri di partenza in queste prime 8 giornate. I partenopei hanno raccolto finora 14 punti, frutto di 4 vittorie, pareggi e 2 sconfitte. Sconfitte (a cui va aggiunta quella col Real Madrid in Champions League) meritate e che addensano le nubi sul Napoli e su Garcia.
La sconfitta contro la Fiorentina allontana nuovamente il Milan a +7. E la sensazione è che il trend porterà presto il Napoli, attualmente 5°, ad essere fuori dalla lotta per il titolo. Nessuno chiedeva per forza la riconferma dello scudetto, ma la speranza era quella che il Napoli rimanesse a lungo nella bagarre per lo Scudetto.
Il confronto col Napoli di un anno fa è impietoso. La squadra che fu di Luciano Spalletti viaggiava già a vele spiegate. Con 6 vittorie e 2 pareggi, gli azzurri non avevano ancora subito un ko, che sarebbe arrivato solo alla ripresa del torneo dopo Qatar 2022.
La formazione di Garcia non ha la stessa fluidità di gioco e si dimostra ogni giornata sempre meno solida dietro. La coppia Ostigård e Natan, in attesa die rientri di Juan Jesus e Rrahmani (comunque deludenti finora), fornisce buone garanzie ma è tutt’altro che un duo da prime quattro posizioni.
Davanti Kvaratskhelia illumina a sprazzi, troppo sporadici e troppo poco “ripetitivi” per cogliere davvero di sorpresa gli avversari. E senza il supporto di Kvara anche Osimhen ne risente. Il nigeriano è spesso abbandonato davanti a fare la guerra da solo contro tutti. Un problema che a lungo andare penalizza la squadra di Garcia impossibilitata ad usare il suo centravanti per uscire dal pressing. Kvara e gli esterni gli stanno troppo lontano. E così ne risente la manovra del Napoli che solo a tratti riesce a mettere sotto gli avversari.
Non è certo colpa solo del tecnico, vittima di una campagna acquisti in cui la dirigenza ha palesemente sottovalutato l’addio di Kim. Di fronte ad una situazione del genere, il francese non sembra avere gli strumenti né comunicativi, né tecnico-tattici per arginare le falle difensive del suo Napoli.
In avanti il pilota automatico che, forse, DeLa & co. speravano possedesse questo Napoli, di fatto non c’è.
La squadra non sembra avere il ritmo giusto per l’intera a gara e fatica ad isolare gli esterni, che dovrebbero essere i maggiori pericoli per gli avversari. Il Napoli è, oggi, una incompiuta. Non in grado di imitare quanto fatto l’anno precedente, ma nemmeno di evolvere in qualcosa di diverso. Il lavoro più pesante sui partenopei lo dovrà fare Garcia, e se il francese è il tecnico visto finora e anche stasera colpito da una sconfitta inattesa, la squadra rischia solo di diventare una barca a remi alla deriva… E ora due settimane di pausa col peso della sconfitta sulle spalle.
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