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Calcio

Chiellini a Planetwin365.news e Sportitalia: “Curioso di vedere il Milan, la Juve è una squadra giovane, Inter la più forte”

Planetwin365.News è volata oltreoceano insieme agli amici di Operazione Nostalgia per intervistare Giorgio Chiellini. Nell’atmosfera scintillante di Los Angeles, dove il grande difensore livornese veste dalla scorsa stagione i colori black&gold dei Los Angeles FC, il nostro portale ha avuto il piacere di chiacchierare a cuore aperto con il Campione d’Europa toccando aneddoti del passato, spunti sul futuro e temi di stretta attualità, come andremo a sviscerare in questo primo contenuto editoriale.

Giorgio, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Iniziamo dal Napoli campione in carica: secondo te con questo cambio in panchina riuscirà a mantenere un buon percorso? Come abbiamo visto ci sono stati già degli alti e bassi.

Sì, non ha iniziato benissimo. Sicuramente i tifosi e tutti, più in generale, si aspettavano qualcosa in più in queste prime partite, anche se nelle ultime due si è comportata comunque molto bene, perché a Bologna poteva tranquillamente vincere. Ora (mercoledì 27 settembre, ndr) ha vinto meritatamente in casa con l’Udinese. È una squadra che, secondo me, se riesce a far girare Osimhen e Kvara diventa difficilmente fermabile. Come in tutti i cambi ci vuole un po’ di adattamento; penso che Garcia sia un allenatore esperto e valido che possa portare anche qualcosa di suo al Napoli. Giocare con lo scudetto sul petto è più difficile perché hai molte pressioni addosso, le altre squadre hanno ancora più voglia di batterti. Se nella passata stagione il Napoli poteva risultare “simpatico” perché non aveva ancora vinto, sicuramente quest’anno avrà tutti gli occhi addosso e le avversarie daranno sempre qualcosa in più quando lo affrontano.

Dopo le prime giornate di Serie A, qual è la squadra che ti ha impressionato di più e chi secondo te potrà far bene?

Onestamente Lecce e Frosinone, se vogliamo parlare di sorprese, perchè non mi aspettavo che ottenessero tanti punti alla partenza. Hanno rose con tanti giovani in cerca di affermazione, sicuramente un inizio del genere è di grande aiuto. Le “grandi” stanno avendo un percorso abbastanza lineare con delle difficoltà per tutti ma quello era abbastanza prevedibile. Credo che, però, le favorite siano sempre le stesse. A mio avviso, la squadra più forte negli ultimi tre anni a livello di rosa sia l’Inter, anche se in campionato le è mancata quella continuità che è riuscita a trovare nelle Coppe. Nonostante i cambi necessari per la sostenibilità, riesce comunque ad avere una rosa importante. Rispetto al Milan, ho assistito agli allenamenti nella tournèe estiva a Los Angeles e ha delle grandi potenzialità, oltre ad avere tre giocatori che secondo me sono sopra alla media. Parlo di Maignan, Theo Hernandez e Leao che, rispetto agli altri, credo abbiano qualcosa in più. Come già detto per Osimhen e Kvara, sono quei giocatori che se stanno bene e hanno continuità spostano gli equilibri in una stagione.

La Juventus è una squadra giovane, col massimo rispetto sono d’accordo con il pensiero di Allegri sul fatto che Napoli, Inter e Milan sulla carta abbiano qualcosa in più. Se Chiesa e Vlahovic riescono ad avere una stagione continua dal punto di vista fisico – che purtroppo per i vari motivi negli anni passati non hanno avuto – e di rendimento, può fare qualcosa di importante, ma molto dipende dalle loro prestazioni. Sono partiti molto bene entrambi, però anche lo scorso anno c’erano tante aspettative. Dusan purtroppo ha avuto tanti problemi al pube e non ha mai avuto un rendimento constante; Federico ha giocato solo la seconda metà della stagione, è difficile rientrare da un infortunio al ginocchio e ritrovare un equilibrio, conosco bene la sua situazione che ho vissuto in età avanzata. Mi sembra un altro Federico rispetto a quello che ho visto nella passata stagione e mi auguro per lui che possa essere un punto di riferimento per la Juventus, ovviamente, ma anche per la Nazionale perché credo che a livello offensivo sia il più grande talento che abbiamo.

Continuando a parlare di Serie A, è stata una sessione ricca per il calciomercato. Chi, secondo te dei nuovi acquisti, potrà lasciare il segno più profondo?

Sono curioso di vedere il Milan rinnovato; purtroppo bisogna abituarci a cessioni eccellenti e dolorose, com’è stata quella di Tonali, che però sono servite per finanziare cinque, sei nuovi giocatori. Il calcio italiano in futuro non potrà riuscire a sostenere ciò che avviene in Inghilterra o in Arabia, però ho apprezzato come abbiano provato a sostituirli con giocatori interessanti e di potenzialità. Pulisic è un esempio; qui in America me ne hanno parlato tutti bene a livello personale che come giocatore nell’uno contro uno. Secondo me renderebbe di più giocando a sinistra nel ruolo di Leao come si è visto anche a Cagliari, ovviamente si dovrà adattare ad altre posizioni perchè il portoghese è inamovibile e sono curioso dell’impatto che potrà avere. Anche Reijnders è partito molto bene. Il Milan ha una rosa interessante, un tipo di calcio molto europeo, è una squadra fisica che si esalta nella pressione, nella ripartenza, nella velocità. Non può tenere ritmi bassi se vuole vincere e dominare. Poi c’è anche da dire che serve pazienza e in Italia spesso manca, perchè a volte serve del tempo per adattarsi in un nuovo Paese e campionato.

Pensando alla tua carriera, qual è l’esperienza che ti fa ancora venire la pelle d’oca?

I primi esordi con la maglia del Livorno: sono arrivati ad un’età in cui non sei pronto. Un conto è giocare una partita di Champions a 25 anni o un mondiale più avanti, sei già più abituato; a 16-17 anni non sei pronto a reggere la pressione di giocare in una squadra per cui fino a un paio di anni prima facevi il raccattapalle o tifavi in curva. Tutte queste emozioni vissute da giovane sono molto più forti rispetto a tante partite più importanti che ho giocato nella mia carriera.

E qual è, invece, il rammarico più grande?

Il più grande rimpianto è non aver giocato la prima finale di Champions perchè le finali si perdono, fa parte del gioco, ma è bello giocarle. Tra l’altro è stato l’unico anno in cui non ho mai avuto un infortunio o una contrattura in tutta la stagione, farsi male a 4 giorni dalla finale non è semplice, è stata una bella mazzata. Mi ricordo ancora che non riuscivo a dirlo alla mia famiglia, perchè pensavo che era una delusione enorme per me ma anche per tutti quelli che mi sono sempre stati vicino. Forse sarebbe stato più facile dire che mi ero rotto il ginocchio piuttosto che saltare una finale di Champions. E poi anche il primo dei due Mondiali mancati: quell’Italia-Svezia ancor più di Italia-Macedonia del Nord, onestamente.

Cosa c’è per Giorgio Chiellini dopo Los Angeles?

Sicuramente nessun’altra squadra! Devo capire le tempistiche ma con la mia famiglia in Italia per avere un po’ di stabilità. La mia vita dovrebbe essere a Torino, che considero casa mia. Per il resto ho tanti progetti e idee: mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, più a livello manageriale che non di allenatore o assistente. Ho comunque tempo per prepararmi e vagliare le varie opportunità.

Giorgio Chiellini ha toccato con noi tanti altri temi importanti nel nostro speciale a tu per tu: non perdete i prossimi contenuti!

Redazione Sportitalia

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