Uno dei migliori giocatori di questo 7^ turno di Serie A è stato senza dubbio Riccardo Orsolini. L'ala del Bologna è stato infatti artefice della tripletta all'Empoli che ha consegnato alla squadra di Thiago Motta la seconda vittoria in campionato. Il giocatore è sempre più protagonista con la casacca del capoluogo emiliano, dove milita da gennaio 2018.
Sportitalia.com ha contattato telefonicamente Mario Petrone, suo allenatore ai tempi dell'Ascoli, proprio quando Orsolini fece il grande salto nella prima squadra marchigiana.
Così esordisce il tecnico: "Ho sempre avuto l'abitudine di organizzare durante la settimana un'amichevole tra la prima squadra e il settore giovanile. Era da poco iniziata l'era Bellini, l'Ascoli era reduce dal fallimento e stava ancora ricostruendo. Anche per questo motivo avevamo seguito con particolare attenzione i ragazzi del vivaio. C'erano anche la Primavera, la Beretti e gli Allievi. Questi ultimi, dove giocava Orsolini, erano un gruppo ben consolidato. Passammo tutta l'estate senza sapere in quale categoria avremmo giocato, se ancora in C o in B. Solo a settembre venimmo ripescati definitivamente in cadetteria. Orsolini aveva fatto tutto il ritiro estivo con la prima squadra. Inutile dire che con gli Allievi faceva la differenza, ma vedevo che era ancora molto carente in fase di non possesso. Così decisi di fargli fare il ritiro nel ruolo di terzino: doveva recepire il messaggio di imparare ad aiutare la squadra anche in quella fase di gioco. E devo dire che, sebbene in questo ruolo inedito e non suo, fece anche un buon ritiro. Tra l'altro, nemmeno a farlo apposta, proprio ieri ho sentito l'intervista post gara di Thiago Motta nella quale elogiava Orsolini ancora di più per il lavoro in fase di non possesso".
Ma quando vide e conobbe Orsolini, che impressione ebbe di lui?
"Certe qualità, come quella di saltare l'uomo, le aveva già nel repertorio. Sotto diversi aspetti era il ragazzo di adesso, rispettoso di tutti e con la giusta mentalità. Metteva un grande impegno in ogni singola cosa che faceva. Un altro aspetto da cui rimasi colpito era anche che aveva solo sedici anni ma fisicamente era un giocatore già fatto".
Un singolo ricordo particolare?
"Dico quando lo feci esordire in Serie C, entrò negli ultimi quindici/venti minuti con una voglia incredibile. Che è la stessa che vediamo adesso col Bologna. Spero che prima o poi abbia la possibilità di approdare in una big, ma anche se dovesse rimanere a Bologna resterebbe in una grandissima piazza".
Però appunto, anche diventare una bandiera del Bologna sarebbe molto affascinante, specie nel calcio odierno. Potrebbe diventare un nuovo Beppe Signori.
"Signori aveva caratteristiche leggermente diverse ed era più attaccante, ma come leadership certamente sì. Queste realtà, hanno sempre bisogno di giocatori che leghino con la città. Di giocatori "capipopolo" insomma".
Proprio questa estate sembrava che sarebbe dovuto via, invece poi è arrivato il rinnovo.
"Sono dinamiche di procuratori. Conoscendo Orsolini, sono certo che lui avrà pensato solo al campo. Vuole sempre dare il massimo e non si siede mai sugli allori. È un ragazzo con la cultura del lavoro che non si risparmia mai".
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