Ma davvero potete pensare che un video di tiktok, per quanto stupido e inopportuno, possa da solo mandare a monte una grande storia come quella tra Osimhen e il Napoli? Ma certo che no.
Ma non nel senso che la grande storia tra Osimhen e il Napoli non può andare in crisi: quella oh sì che è possibile, altro che le voci da pompieri da Napoli che subito dopo il 4-1 all’Udinese si sono affrettate a irrigare l’incendio con “E’ tutto finito! E’ tutto passato!”. E tralasciando le risibili accuse di razzismo del ministero dello Sport della Nigeria, che verrebbe da chiedersi se davvero un ministro dello Sport in Nigeria non abbia questioni un filo più pressanti di cui occuparsi.
‘Follow the money’ diceva un grande uomo su questioni ben più serie e drammatiche. Ma il concetto s può sempre traslare nelle cose di vita, soprattutto quando i money sono una marea.
Il video di tiktok su Osimhen è il tubetto di dentifricio spremuto dalla parte opposta su cui marito e moglie hanno trovato il pretesto per litigare così tanto da arrivare a lanciarsi i piatti, cancellare i post su Instagram, e chiedere il divorzio. Salvo fare pace, o meglio, arrivare a un armistizio per la quiete di casa, che ci sono i bambini da accompagnare a scuola e la spesa da andare a fare.
Ma la quotidianità non farà dimenticare quello che è successo, o meglio quello che si vive.
Follow the money: come avevo scritto già altre volte prima che scoppiasse il finimondo, ebbene da 3 mesi si diceva che il rinnovo di Osimhen fosse cosa fatta, e che c’erano dettagli su clausola e stipendio ma dai l’accordo c’è. Ebbene viene giugno, viene luglio, viene agosto, viene settembre, viene ottobre, e di accordo non c’è ombra. E nemmeno di calendario di incontri. E Osimhen continua a guadagnare sei volte meno di quanto offrivano dall’Arabia, e soprattutto non ha ancora ottenuto quella clausola da non più di 110 milioni che praticamente gli garantirebbe l’uscita la prossima estate – ricordiamo che il suo contratto è in scadenza nel 2025.
E finche questa situazione non sarà risolta, vuoi le sostituzioni, vuoi gli schemi dell’allenatore, vuoi il grande freddo con il club, ma finché sarà così quello tra Osimhen e Napoli sarà solo tregua non pace, e anche instabile. E poi verrà il mercato di gennaio, e occhio…
Chissà se ci arriverà a gennaio Mourinho sulla panchina della Roma: sembrava e sembra tuttora impossible che possa essere licenziato prima, ma tant’è la Roma è inguardabile sotto ogni punto di vista. Lui ha un contratto troppo pesante e non ci sono alternative disponibili su piazza all’altezza, se non Antonio Conte ma sarebbe una botta economica non indifferente.
Può essere davvero a rischio? Quello che posso dire è che i Friedkin non sono per niente contenti per usare un eufemismo, e in questa insoddisfazione c’è coinvolto anche il giudizio verso l’allenatore.
Fa specie sentire altolocati addetti ai lavori addurre come cagione della crisi il mancato rinnovo di Mourinho: fino a prova contraria è proprio il primo a doversi meritare sul campo una fiducia più a lungo termine, che per quanto stiamo vedendo finora non sarebbe per niente motivata. Come per Allegri in passato, l’assicurazione sul lavoro anzi del lavoro per Mourinho per ora è la pesantezza del contratto.
Ma fino a quando? Il 4-1 del Genoa è stato tanto. Non ancora troppo. Ma la situazione è monitorata. Nessuno è così Speciale da essere immune oltre ogni ragionevole dubbio.