L'uomo copertina della serata di Champions League di ieri è senza dubbio Ivan Provedel, il portiere della Lazio che, al 95’' della sfida contro l'Atletico Madrid e grazie a un inserimento da attaccante vero nella mischia, è saltato più in alto di tutti e ha regalato ai biancocelesti il gol del pareggio contro la squadra di Simeone.
L'estremo difensore, 29 anni e alla seconda stagione nel club di Lotito, era peraltro al suo debutto assoluto in Champions League. In tanti hanno ricordato l’altro suo gol in carriera, avvenuto in maniera abbastanza simile, l'8 febbraio 2020 con la maglia della Juve Stabia in casa dell'Ascoli.
Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Angelo Trevisan, Responsabile del settore giovanile dell'Udinese e che nel 2010 portò Provedel nel club friulano dal Liapiave, società calcistica di San Polo di Piave, paese in provincia di Treviso.
Ma che partita ha fatto ieri Provedel?
"Sottolineo che, oltre al gol, mezzora prima ha fatto quella super parata su Lino, leggendo benissimo la situazione di gioco e tenendo a galla il risultato".
Lei conosce bene il giocatore, quale è stato il suo primo pensiero quando lo ha visto segnare?
"Mi è subito venuto in mente quando, ormai più di dieci anni fa, ero in ufficio con lui e suoi genitori: Ivan, che è di Pordenone, voleva venire subito all'Udinese, mentre i genitori, che conosco bene e che sono entrambi bravissime persone, erano un po’ scettici per la distanza (sorride, ndr)".
A proposito e riavvolgendo il nastro, come si accorse di Provedel?
"Ho un amico che abita in provincia di Treviso e che segue sempre le partite delle squadre locali. Ogni tanto mi segnala i giocatori che gli sembrano interessanti. Una volta mi disse che nel Liapiave aveva visto ed era rimasto ben impressionato da un portiere che prima agiva come centravanti. Per questo motivo ero un po' scettico, ma mandai comunque un mio preparatore dei portieri a vederlo, e anche lui mi confermò dicendomi: “È bravo, mettiamolo in prova”. Così parlai anche, come anticipavo, con i genitori di Provedel e venne da noi. È rimasto solo due anni perché avevamo Meret, Scuffet e Perisan i quali erano tutti più giovani, decidemmo di dare Provedel al Chievo assieme a Bedin, altro nostro giocatore, perché lì avrebbe avuto più spazio. Lo voleva anche la Sacilese, ma fui io a spingere per l’opzione Chievo. Telefonai personalmente a loro e trovammo l'accordo".
Diciamo che quindi anche con lui avete fatto lo stesso ragionamento per Vicario?
"Proprio così. Da noi avrebbero rischiato entrambi di non giocare per il discorso di prima. Altrove, comunque sempre in realtà importanti, hanno trovato spazio e poi abbiamo visto come è andata".
In quel biennio cosa ha apprezzato in particolare di Provedel?
"Ricordo il suo impegno e la sua abnegazione al lavoro. Anche se non giocava, non si lamentava e dava sempre il massimo in allenamento. Sua madre, che è russa, mi diceva: "Spero che Ivan diventi come Lev Yashin". Quando l'anno scorso venne a giocare con la Lazio qui a Udine ci siamo visti e abbracciati".
Crede che la tanta gavetta fatta sia stata determinante?
"Indubbiamente, i ragazzi devono fare queste esperienze. Quando era al Perugia giocava e non giocava, sono cose che poi alla lunga aiutano a crescere. Ha fatto una importante maturazione prendendo coscienza di sé. Poi è stato anche fortunato, perché inizialmente partiva dopo Maximiano nelle gerarchie. Quell'episodio dell’espulsione del portiere spagnolo dopo otto minuti alla prima di campionato lo ha sicuramente favorito nel prendersi il posto da titolare. Chiaro che è stato appunto anche fortunato perché singoli episodi come quelli non succedono sempre, ma anche la fortuna bisogna meritarsela. E lui è stato bravo a farsi trovare subito pronto: anche se sapeva che partiva dietro nelle scelte iniziali si è sempre allenato a mille".
C’è chi sostiene che Provedel sia addirittura "sprecato" alla Lazio. Nel senso che dovrebbe giocare in una vera e propria big. Lei cosa pensa?
"La Lazio è già una big, l'anno scorso è arrivata seconda in classifica e oggi gioca la Champions. Poi chissà, se continua così magari qualche club importante potrebbe bussare la porta a Lotito. Un po' come è successo questa estate a Vicario. Le società di Premier seguono con grande attenzione il nostro campionato".