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ESCLUSIVA SI √¢‚Ǩ‚Äú Udogie, l’ex allenatore: “Era un soldatino, ma all’inizio…”

Oltre che per il connazionale Guglielmo Vicario, il quale per i tifosi è già Goatkeeper, anche per Destiny Udogie è iniziata molto bene l'esperienza al Tottenham. Dall’inizio del campionato di Premier, l’esterno sinistro classe 2002 ha collezionato 5 presenze con 2 assist a referto. La squadra è seconda in classifica con 13 punti, gli stessi del Liverpool. Per il manager Postecoglu, l'ex Udinese è già un elemento imprescindibile all’interno del suo scacchiere. 

Per parlare di Udogie, Sportitalia.com ha contattato telefonicamente Stefano Grespan, suo primissimo allenatore ai tempi della Scuola calcio del Circolo Noi di Nogara, paese in provincia di Verona dove il calciatore è cresciuto e dove per tutti era “Ignè”. 

Così esordisce Grespan: "Devo essere sincero, e dico che non mi aspettavo che avrebbe fatto un percorso così importante. Solo seguendolo nelle giovanili del Verona ha iniziato a credere che la sua carriera sarebbe svoltata". 

Quando ha conosciuto esattamente Udogie? 

"Ho cominciato ad allenarlo qui alla scuola calcio di Nogara quando aveva sei anni e aveva appena finito l'asilo. Chiaramente non sapeva fare ancora nulla, siamo partiti dalle basi e dai concetti più elementari, non solo calcistici ma anche a livello di squadra e di gruppo. Destiny (Udogie, ndr) non parlava mai e avevo la sensazione che il calcio non gli piacesse più di tanto. E a volte lo sgridavo, quando ad un certo punto, tra un esercizio e l'altro, si fermava a bere il tè, sia il suo che quello dei suoi compagni (sorride, ndr). Poi ammetto che non so cosa fosse successo, ma quasi di colpo è cambiato e faceva tutti gli esercizi sempre prima degli altri. Quando ha cominciato a dare i primi calci al pallone, ho intravisto che aveva qualcosa di diverso dagli altri suoi coetanei. Un anno più tardi si è iniziato a vedere il vero Udogie: nonostante l'età, aveva già un fisico da atleta ben formato. Io lo facevo giocare davanti alla difesa e mi affidavo a lui per cambiare l'esito delle partite". 

Un episodio particolare di quel periodo? 

"Durante un torneo estivo di calcio a sette. Eravamo contro un'altra scuola calcio del veronese, e la gara non si sbloccava, il primo tempo era finito 0-0. Destiny giocava sempre come regista davanti alla difesa, all’intervallo gli dissi di provare ad avanzare e cercare di segnare. Ebbene, si fece dare la palla e da 25 metri sfoderò una vera e propria sciabolata col pallone che finì in rete. Da quel momento dilagammo". 

Umanamente, invece, quale era la sua migliore qualità? 

"Mi ascoltava e faceva suo quello che gli dicevo, era un soldatino. L'umiltà è sempre stata alla base della sua carriera. Del resto anche la sua famiglia è così. Sua madre ora si è spostata a Londra con lui, anche per aiutarlo da più vicino, ma suo padre, nonostante Udogie abbia un ingaggio importante, lavora ancora in una azienda qui in paese. Uguali i suoi due fratelli, entrambi bravissimi ragazzi. Anche quando andò nelle giovanili del Verona è rimasto così. Io ho il suo numero personale ma non gli scrivo praticamente mai, non voglio "approfittare" di questa amicizia. Ma Destiny non mi ha mai dimenticato e a volte, come dopo quella rete al Milan, è proprio lui a scrivermi". 

Peraltro, lasciò il Verona giovanissimo per andare all’Udinese. Chiariamoci: un ottimo contesto ma nemmeno una big. 

"Ma bisogna precisare che il Verona fu costretto a venderlo: Udogie era in scadenza di contratto e il suo entourage non voleva rinnovare, lo avrebbe fatto solo a certe condizioni tra le quali il giocare titolare. La fascia sinistra di quel Verona era già occupata da Lazovic, che era un titolare inamovibile e con grande esperienza alle spalle. Chiaro che era difficilissimo portargli via il posto. Quindi il club, per non perderlo a zero guadagnare il massimo, si ritrovò appunto costretto a cederlo. Ci fu l'occasione Udinese e andò lì. E va detto che col senno di poi e per come sono andate le cose, è stata l'opzione migliore per lui". 

Mentre oggi il presente si chiama Tottenham. 

"Sono davvero contento di questa sua grande partenza stagionale. Proprio pochi giorni fa ho sentito suo padre per telefono, e mi ha detto che ero invitato a Londra un fine settimana, con volo e tutto il resto già pagato. Purtroppo per motivi familiari non potrò andare, ma spero più in là di riuscirci. Il Tottenham è una squadra cambiata, e credo l’obiettivo minimo sia arrivare in Europa League. Nel frattempo, spero tanto che Udogie continui così".

Redazione

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