La carica degli ex. O la grande ombra degli ex. Ibra va in soccorso di Pioli che non ha solo riperso un derby ma che è in confusione totale per come l’ha perso. Caos tattico e di comunicazione. Contradditorio e poco umile. Eppure l’umiltà era sempre stata una caratteristica dell’allenatore rossonero. Ma è come se dopo il suo primo scudetto in carriera qualcosa sia cambiato. Le lezioni di Inzaghi forse potrebbero averlo riportato con i piedi per terra, sicuramente gli hanno messo un sacco di stress addosso. Ecco allora che l’aiuto di Ibra potrebbe arrivare al momento giusto.
Come quello di Francesco Totti a Josè Mourinho. L’ex totem giallorosso era già entrato all’interno del club per poi andarsene con un po’ di rabbia e tanta tristezza. Adesso rientrerebbe nel ruolo di parafulmini, o meglio di braccio destro di Mou davanti alle telecamere quando tira una brutta aria nei confronti di arbitri e di altro extra campo.
Due figure diverse dunque, quelle di Ibra e Totti, due personalità altrettanto differenti. E’ sempre stato più leader tecnico che caratteriale Francesco Totti. Lo svedese invece è sempre stato sia l’uno che l’altro. E questa potrebbe essere la soluzione ma anche il problema. Il suo eventuale ingresso nello staff del Milan darebbe sicuramente una mano a Pioli, tra i due c’è sempre stato feeling, ma rischierebbe di essere troppo ingombrante per l’allenatore parmigiano.
Non difetta certo di personalità Josè Mourinho che viceversa non rischierebbe di essere fagocitato dall’eventuale ritorno dell’ex capitano. Lo Special One lo vedrebbe davvero come un aiuto Totti. E forse è la figura mancante all’interno di Trigoria. Pioli invece potrebbe soffrirlo il ritorno di Ibra. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi. Ma non è una novità che Furlani è da maggio che prova a tenere Ibra come team manager. Il ritorno dell’uomo di Malmoe a Milanello dopo la figuraccia nel derby e prima dell’esordio in Champions contro l’ex Tonali non può essere casuale. I segnali ci sono, basta saperli leggere.