Ancora uno, il quinto di questo 2023. Il derby della Madonnina è alle porte e alla vigilia del match a parlare sono stati i tecnici di entrambe le compagini. Per la prima volta nella storia Inter e Milan arrivano al confronto entrambe in testa e in solitaria. L’imperativo sarà quindi centrare la vittoria per imporsi in vetta.
A poco più di 24 ore dal fischio d’inizio Simone Inzaghi ha parlato alla stampa sciogliendo qualche dubbio legato al possibile undici titolare.
Avete iniziato bene la stagione, ora arriva il derby. Quanto è complicata la gara?
“Il Milan ha ben impressionato in queste partite, così come l’Inter. Siamo solo alla quarta di campionato ma è una partita importante e che affronteremo nel migliore dei modi”.
La sosta ha messo in mostra Frattesi, come si fa a tenere fuori?
“Davide è un giocatore che abbiamo voluto tutti fortemente. Si è inserito benissimo e lavora molto bene con i suoi compagni da due mesi. Io poi devo fare delle scelte e sono molto contento di doverle fare. L’anno scorso c’è stato un momento dove le scelte erano obbligate, poi negli ultimi mesi ho potuto fare scelte e l’Inter è migliorata tantissimo”.
Quanto è importante capire il livello della squadra in questo momento e battere il Milan?
“Sappiamo tutti l’importanza della partita e cosa rappresenta il derby per la società e per i tifosi. I ragazzi si sono preparati al meglio. Per quanto riguarda la formazione non è stato uguale alle partite prepararla. Sanchez lo vedrò solo oggi, Cuadrado spero si possa allenare nel migliore dei modi e ieri l’ho visto sereno. Dovrò fare scelte solo per questa partita, poi alla Champions pensiamo da domenica”.
L’Inter prosegue il lavoro dello scorso anno, il Milan è rivoluzionato. Quali indicazioni le hanno dato queste prime partite di campionato?
“Guardando le squadre, parlo dell’undici iniziale, noi abbiamo cambiato due giocatori e il Milan penso tre-quattro. Non c’è tanta differenza: sono due squadre che hanno rinnovato tanto, sono partite entrambe bene e con la loro identità. Domani non è decisiva, ma sappiamo tutti quello che riveste per i nostri tifosi”.
L’Inter ha vinto gli ultimi quattro derby senza subire gol, quanto è pericoloso sentirsi più forti? Farete qualcosa di speciale su Leao?
“Leao sarà sicuramente osservato speciale, ha fatto benissimo negli ultimi anni e cercheremo di prendere le contromisure come abbiamo sempre fatto. Per quanto riguarda i derby sono orgoglioso di averli vinti, ci hanno regalato l’onore di giocare una finale di Champions. In campo però non vanno i precedenti, ci saranno due squadre che al momento sono in testa alla classifica”.
SI – Nessuno ha mai vinto cinque derby di fila, c’è un po’ di timore?
“Timore assolutamente no. Abbiamo tanto rispetto per il Milan e siamo consapevoli che entrambe le squadre non hanno lavorato come avrebbero voluto nelle ultime settimane. La nostra preoccupazione è portare i giocatori alla partita nella maniera più tranquilla possibile, lavorando con il poco tempo a disposizione”.
Frattesi e Barella in nazionale hanno giocato insieme, si può ispirare alla Nazionale?
“Sì, ma hanno già giocato a partita in corso. Sono giocatori simili, ma che possono giocare insieme tranquillamente: sono simili, ma possono farlo e l’hanno dimostrato. Vedremo, come ho detto prima l’unico mio pensiero è scegliere per il bene dell’Inter: poi chiunque giochi lo vedremo di volta in volta”.
Cosa può significare vincere il derby?
“Sarebbe un bel messaggio. Poi per quanto riguarda griglie o pronostici, sono cose che non mi piacciono e l’ho sempre detto. Fino a tre partite fa si diceva che l’Inter è peggiorata perché ha perso giocatori importantissimi. Ora sembra che debba vincere l’Inter, anche se probabilmente lo giocherà l’Italia e non l’Inter. Non ci tiriamo indietro, sappiamo cosa significa questa maglia, ma sappiamo anche di avere avversari forti”.
Il derby, poi quattro turni “facili” sulla carta. Quanto è importante fare bene subito?
“Quello è l’auspicio e il desiderio, poi non bisogna pensare alla carta o all’avversario: sappiamo che il campionato italiano presenta insidie ogni domenica e mercoledì. Il desiderio e l’auspicio è di avere tutti i giocatori disponibili: stanno lavorando tutti bene”.
Su trenta partite di campionato, diciassette hanno avuto almeno dieci minuti di recupero. È una cosa che state studiando?
“Assolutamente sì, dobbiamo essere pronti a questo tipo di recuperi e ne abbiamo parlato anche durante l’ultima riunione con gli arbitri, con Rocchi. Si è parlato di questo, noi abbiamo chiesto che sia tutto più veloce, anche per gli interventi al VAR, perché avere tanto recupero condiziona. Ma sappiamo che non è così solo in Italia”.
L’anno scorso avete avuto quattro sconfitte e un pareggio prima della Champions. Siete più pronti ora?
“Guardando a quello che abbiamo fatto le dico di sì, chiaramente dobbiamo ancora iniziare il percorso: a me basterebbe avere tutta la rosa a disposizione. Sappiamo che non è semplicissimo, oggi penso di avere tutti a disposizione e poi domani dovrò fare delle scelte in base alla partita di domani. Poi penseremo a quello che verrà dopo”.
Il Milan ha cambiato modo di giocare, quanto cambia per voi?
“Hanno cambiato, prima giocavano con due mediani e ora Krunic rimane più in protezione. Però i principi mi sembrano gli stessi: è una squadra aggressiva, organizzata, ben allenata, hanno messo più fisicità e senz’altro farà bene”.
Il Milan fa un calcio più offensivo e propositivo. Questo vi può dare qualche problema in più o qualche vantaggio in più?
“Prevederlo adesso è una cosa a cui non so rispondere: so che si affrontano due squadre che stanno bene, che stanno giocando un ottimo calcio, che arrivano a questa gara con la certezza di avere fatto un ottimo precampionato e che devono organizzare una partita importante dopo un periodo in cui hanno avuto tanti giocatori fuori”.
Secondo lei questa Inter è più forte dell’anno scorso?
“È una domanda che mi hanno già fatto, lo diranno il tempo e il campo. Noi sappiamo di avere cambiato tanti giocatori, perché cambiare 12 giocatori non è mai semplice. Sappiamo che per ora sono partiti dall’inizio solo due nuovi, così come di aver perso giocatori importantissimi, perché ne avevamo bisogno. Però allo stesso tempo la società è stata bravissima a lavorare, mettendo in squadre giocatori giovani e altri più esperti che aiuteranno i primi. È normale che siamo partiti bene e stiamo lavorando bene, ma il tempo darà la risposta a questa domanda”.
Le dà fastidio sentire che l’Inter è obbligata a vincere?
“No, ho fatto prima una battuta perché quello che leggevo tre settimane fa o che mi riferiscono e quello che mi riferiscono ora non è un problema. È giusto giocare le partite al livello massimo, sappiamo di esserci arrivati e questo mi rende difficile rispondere anche a qualche domanda di prima, se l’Inter è più forte o meno. Spero di fare 60 partite, ma lo dirà il tempo. Noi siamo all’Inter, siamo qui per vincere e per dare soddisfazioni ai nostri tifosi: lavoriamo per questo ogni giorno a cento all’ora”.
Che dubbi di formazione ha?
“Sì, perché ce ne sono sempre. Quest’oggi ancora di più, ho visto Lautaro solo ieri per mezz’ora, Sanchez e Cuadrado li vedrò oggi, quindi dovrò cercare di valutare, di capire che abbiamo giocatori che hanno giocato 180 minuti, altri 45. Ho dubbi e oggi faremo la rifinitura, poi domani sceglierò per il bene dell’Inter”.
Torniamo a Trattesi-Barella: chi si dovrà sacrificare di più in fase difensiva quando li vedremo insieme?
“Ne ho parlato prima e lo ripeto. Non è un problema, anzi ad avercene… Con l’Al Nassr hanno giocato insieme e l’hanno dimostrato due giorni fa: Frattesi è rimasto a destra e Barella si è spostato a sinistra, ma entrambi hanno compiti da mezzala e sanno di dover sia difendere che offendere. Il calcio ha fasi da giocare di squadra”.
Inter-Milan è anche la sfida Inzaghi-Pioli: il tecnico rossonero è elogiato perché sa cambiare, lei è criticato perché dicono che ha sempre lo stesso modo di giocare. Qual è la forza di un allenatore?
“Fa tutto parte del nostro mestiere, del nostro lavoro. Con Pioli ci conosciamo da tempo, c’è grandissima stima reciproca: ognuno sta facendo la propria strada, poi quale sia la migliore non lo so. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto sinora, in questi due anni fatti benissimo con i ragazzi: adesso affrontiamo una stagione che sarà piena di insidie”.
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