Valentino Rossi e Dani Pedrosa sono stati protagonisti della “golden era” della MotoGP e ora tornano a far parlare
Il pilota spagnolo era uno dei grandi rivali del “Dottore” e nonostante l’età è ancora in pista, anche se come collaudatore-wild card della KTM. Alla soglia dei 40 anni è ancora molto competitivo.
Il Gran Premio di Misano ha regalato grandissime emozioni nello scorso week end. La MotoGP è sbarcata sulla Riviera Romagnola con il solito seguito impazzito di tifosi festanti. La gara di casa di Valentino Rossi, intitolata al compianto Marco Simoncelli, è da sempre un appuntamento speciale per gli italiani. Su tutti Bezzecchi e Bagnaia hanno sfruttato al massimo la chance di mettersi in mostra, conquistando due bellissimi podi tra sabato e domenica.
I tre gradini sono stati occupati dagli stessi alfieri sia nella Sprint Race che nella gara canonica, con un Martin incontenibile a dettare il ritmo (compresa la pole del sabato mattina). Considerando però le condizioni fisiche dei nostri non c’è davvero di che lamentarsi. Bagnaia aveva un dolore tremendo alle gambe per l’incidente subito a Barcellona (calpestato dalla moto di Binder) e anche Bezzecchi era uscito malconcio dalla caduta del Montmelò (problema alla mano sinistra). Alla fine, però, andando oltre i limiti sono riusciti ad ottenere un secondo e terzo posto davvero ammirevoli.
MotoGP, Pedrosa sfiora il podio a Misano ed esalta Rossi e Capirossi: “A quest’età è molto più difficile”
Chi ha sfiorato l’impresa di salire sul podio, sia sabato che domenica, è stato Dani Pedrosa. Lo spagnolo è sciorinato una guida pulita ed efficacissima con la sua KTM, di cui è ormai collaudatore da diversi anni. Corre solo come wild-card ma quando scende in pista non ha ancora nulla da invidiare agli altri piloti. A 38 anni (li compirà il 29 settembre) sembra un bambino e di fatto è risultato il migliore dei piloti della casa austriaca.
Parlando ai microfoni di Sky Sport nel post gara, Pedrosa ha voluto tirare in ballo due icone del motociclismo italiano e suoi vecchi avversari, come Rossi e Capirossi.
“Ora capisco ancora meglio quanto devono essere stati forti per competere ai massimi livelli alla loro età”, spiega il #26.
Poi aggiunge: “Io all’epoca ero più giovane e non lo capivo, ma adesso mi rendo conto che andare forte a questa età è davvero dura”. Un grande attestato di stima per i due italiani che più di chiunque altro hanno continuato ad inseguire il sogno di competere ai massimi livelli alla soglia dei 40 anni e oltre (vedi Rossi).