Positivo è stato questo avvio di campionato della Juventus, che in queste prime tre giornate di campionato ha raccolto due vittorie in tre partite. In questi giorni in cui la Serie A è stata ferma, in casa bianconera hanno tenuto banco due casi piuttosto spinosi, ossia Paul Pogba, risultato positivo al testosterone a seguito di un controllo antidoping, e Leonardo Bonucci, trasferitosi all'Union Berlino alla fine di quest’ultima lunga finestra di calciomercato che avrebbe avviato una azione legale contro il club per un risarcimento danni di tipo professionale e di immagine, dopo che in questi ultimi mesi era stato messo fuori rosa.
Per parlare di tali diverse tematiche, Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Alessio Tacchinardi, oggi allenatore ma dal 1994 al 2005 pilastro del centrocampo della Juventus, con cui ha collezionato ben 261 presenze impreziosite da 9 gol.
Partendo dal generale, come valuta questo avvio stagionale della squadra di Allegri?
"Buona partenza, vedo una Juve molto più determinata e aggressiva e con delle interessanti nuove idee di gioco. Credo che, al di là del casino successo l’anno scorso, la dirigenza abbia dato un impulso ad Allegri chiedendogli qualcosa di più in questo senso: il calcio è cambiato e non trovi più squadre impreparate. Inoltre quest’anno la Juve ha solo una partita alla settimana e quindi deve sfruttare al massimo questa situazione, deve preparare ogni gara di campionato come una finale di Champions. Non mi è piaciuta la partita contro il Bologna, ma molto bene contro Udinese ed Empoli specie a livello di personalità. A livello di rosa i bianconeri non hanno niente da invidiare a nessuno e, come ho detto poco fa, giocando ogni sette giorni non possono permettersi prestazioni in seconda marcia, cosa invece successa tante volte la scorsa stagione".
Tra i giocatori maggiormente sotto la lente di ingrandimento c'è Vlahovic. Può essere per lui la stagione del riscatto?
"Vlahovic non deve riscattarsi. L'anno scorso ha sofferto di pubalgia e ha anche sofferto un gioco molto carente dell’intera squadra. È un ottimo giocatore ma ha bisogno di essere supportato nella maniera corretta, spesso è stato lasciato solo a cercare di attaccare la profondità. Deve stare bene fisicamente in quanto è un armadio. Spero che la Juve continui con questa idea di calcio più offensivo".
Pochi sono stati i cambiamenti della rosa. È un vantaggio oppure, visti i tanti problemi dell’anno scorso, andava fatto qualcosa di più netto?
"L'unico dubbio che ho, e lo dico indipendentemente dalla questione del doping, riguarda Pogba: non so se lo avrei tenuto, sia per l'alto ingaggio che per i suoi continui problemi fisici. Non è il giocatore di alcuni anni fa, quindi avrei cercato di prendere un centrocampista proprio come quel Pogba degli anni passati. Poi tante cose non le sappiamo, magari il giocatore non voleva andare in Arabia ma restare a Torino. La sola situazione che mi ha lasciato incerto è stata questa. Per il resto, la Juve ha tanti giocatori giovani che stanno crescendo".
Indipendentemente da come finirà, si può dire che il suo ritorno alla Juve è stato un enorme buco nell’acqua?
"Parliamo appunto di un Pogba diverso. D'altronde tanti altri giocatori, quando sono tornati in Italia dopo tanti anni, hanno avuto una parabola simile e hanno fatto molta più fatica a ripetersi. Mi vengono in mente Kakà, Shevchenko e Vidal, ma ce ne sono tanti altri. Come ho detto prima e al di là di questa vicenda del doping, avrei cercato in ogni caso un centrocampista più solido perché si vedeva che non era lo stesso giocatore di prima. E per prendere quelle cifre devi un essere un Rabiot, che fa 40 partite di solidità e intensità".
Una ulteriore tematica bollente riguarda invece Bonucci, il quale sembra voler far causa alla società. Da grande ex juventino, come vede questa situazione?
"Credo storie come queste debbano finire in maniera molto più leggera, del resto la Juve ha dato tanto a Bonucci e Bonucci ha dato tanto alla Juve. Mi auguro possa finire nella maniera più corretta perché spesso capita che quando viene detto ai giocatori che non fanno più parte di un progetto, questi la prendono come una cosa offesa. Ovviamente parlo da esterno perché non so cosa sia successo all’interno dello spogliatoio e nemmeno tra Bonucci e Allegri. A ogni modo, giusto o sbagliato, la Juve ha avuto le idee chiare, penso che Giuntoli sia la persona giusta al momento giusto: è uno molto preparato e che ha fatto tanta gavetta, quindi va dritto alle cose senza aspettare. E quindi Bonucci, che è molto legato ai colori bianconeri, deve accettare questa decisione senza sentirsi tradito".