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ESCLUSIVA SI Longo (ex Dinamo Kiev): “Non solo Mudryk: ecco l’Ucraina”

Parte subito in salita l’avventura di Spalletti con la Nazionale: non bastasse la difficoltà di accettare una sfida del genere dopo un addio tumultuoso come quello di Mancini, è arrivato subito un pareggio contro la Macedonia del Nord che rende ora obbligatorio battere l’Ucraina, per non compromettere eccessivamente la qualificazione agli Europei.

Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto per parlare dei prossimi avversari degli Azzurri Diego Longo, ex vice di Lucescu alla Dinamo Kiev, oggi in Albania al KF Teuta.

Che sfida ci attende? L'Ucraina può approfittare del momento difficile degli Azzurri?

"Assolutamente sì. Il momento difficile fuori dal calcio ce l'ha l'Ucraina, ma calcisticamente forse ce l'ha più l'Italia appunto. Ha pareggiato con l'Inghilterra e sta facendo bene. Mi sembra molto motivata. L'Italia non è così organizzata al momento e senza giocatori al top che arrivino dal nostro campionato o dall'estero, vedi Gnonto o Zaniolo che non è che possano aggiungere troppo. L'Italia può soffrire molto".

E' già decisiva?

"In caso di sconfitta sarebbe decisiva. Non so come, ma va vinta questa partita. Per quanto difficile".

Mudryk il primo pericolo?

"Mudryk è un grosso pericolo, un giocatore straordinario. Ho avuto la fortuna di vederlo e incontrarlo. A dirti la verità anche di suggerirlo a qualche club italiano quando valeva pochissimo. Ma come sempre la risposta è stata che non si poteva rischiare. Dopo un anno e mezzo sappiamo a quanti soldi è andato al Chelsea. Stasera molti che prima non sapevano nemmeno chi fosse avranno la possibilità di conoscerlo meglio o ricredersi. Ce ne sono anche altri".

Per esempio?

"Dovbik la scorsa partita era in panchina ed è entrato dopo, ma è molto pericoloso con grande fisicità. Tsigankov è tecnico e veloce, pericoloso: l'ho avuto allla Dinamo Kiev e gioca in Spagna oggi. Yaremchuk è un altro giocatore con esperienza straordinaria. Ci sono profili importanti e in campo aperto possono essere davvero pericolosi". 

Dove va colpita la squadra di Rebrov?

"La cosa fondamentale è trovare equilibrio e non sbilanciarsi. Va colpita con calma. Forse con un calcio di punizione. Magari facendo uscire i centrali e giocandosi gli uno contro uno sugli esterni dove qualcuno dei nostri è più veloce". 

E lei? Dopo aver girato il mondo si è assestato in Albania.

"In Albania sono contento e tranquillo. Ho una squadra giovanissima, il club ha deciso di rifarsi il look. Sono partiti tutti tranne in due: mi trovo dei profili di belle speranze, quindi bene, ma con del lavoro da fare perché ho schierato titolari un classe 2007, un 2005 e due 2004. C'è tanto entusiasmo. Spero che questa ennesima avventura possa permettermi di fare uno step ulteriore in carriera".

Redazione

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