Gabriele Gravina non molla Mancini e continua ad attaccarlo: altra grande stoccata nella conferenza di presentazione di Spalletti
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina e l’ex CT della Nazionale, Roberto Mancini, non si sono separati in buoni rapporti. Le improvvise dimissioni dell’allenatore, seguenti a mesi di dissidi tra i due, hanno fatto traboccare il vaso. Da qualche settimana non mancano stoccate e frecciatine di uno all’indirizzo dell’altro.
Non fa eccezione la conferenza di presentazione di Luciano Spalletti. Prima di passare la parola al nuovo CT, ha rilasciato alcune dichiarazioni anche il numero uno federale, lanciando vere e proprie bordate contro Mancini, passato adesso all’Arabia Saudita. Parole pesanti come macigni. Il tutto l’ha fatto senza mai nominarlo, ma sono chiari i riferimenti.
Gravina tira altre stoccate a Mancini, le dichiarazioni
Il presidente ha aperto la conferenza parlando di cambiamento e di ciò che ha portato Spalletti sulla panchina della Nazionale. Dall’azzurro Napoli all’azzurro Italia. Gravina ha sottolineato come questo sia l’inizio di una nuova era, un nuovo capitolo molto importante per la Nazionale dopo che “in pochi giorni abbiamo dovuto rimediare ad una crisi improvvisa e senza precedenti riguardo le modalità”.
Chiaro che Gravina alludesse alle dimissioni di Mancini arrivate all’improvviso, a poche settimane dagli importanti impegni che l’Italia dovrà sostenere contro Macedonia e Ucraina per la qualificazione agli Europei della prossima estate in Germania.
Dimissioni delle quali non era stato messo al corrente e che, effettivamente, non erano mai capitate da decenni per quanto riguarda la panchina della Nazionale in tali modalità. I cicli, con dimissioni o con separazioni consensuali o esoneri, in genere finivano dopo un capitolo ben preciso come poteva essere un Europeo, un Mondiale (e quindi a giugno/luglio) o come fu per Ventura dopo il mancato approdo a Russia 2018.
Gravina, molto scottato dall’accaduto, ha poi rincarato la dose proseguendo nella conferenza. “Abbiamo affrontato tutto con silenzio e stile”, alludendo anche alle frecciate di Mancini in cui aveva detto di “essere stato trattato come il mostro di Firenze”. Il numero uno della FIGC ha poi proseguito “abbiamo voluto mettere al primo posto la maglia azzurra e il bene della Nazionale, anteponendo a individualismi e alla rabbia che c’è stata. Volevamo reagire di rabbia ma non sarebbe stata la soluzione giusta. Non nascondo comunque il pizzico di delusione che c’è, è normale”.
Veri e propri massi, più che sassolini, tolti dalle scarpe e all’indirizzo dell’attuale CT dell’Arabia Saudita. Chissà se ci sarà a breve una risposta di Mancini.